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In gita con la famiglia sul lago di Nemi con il gommone di servizio: carabiniere condannato

Il sommozzatore dei carabinieri, che avrebbe truccato i fogli di servizio, dopo una perlustrazione del fondale del lago di Nemi in cerca di reperti archeologici, ha usato il gommone dell’Arma a fini privati, portando famigliari e amici in gita sulle acque del lago dei Castelli Romani. Una leggerezza che ha pagato con una condanna in tribunale per falso.
A cura di Redazione Roma
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Prima il dovere poi il piacere. Così un carabinieri prima ha terminato il suo servizio di esplorazione del fondale del lago di Nemi (Castelli Romani), poi ha dato appuntamento alla famiglia e agli amici per una gita sullo specchio d'acqua a bordo del gommone dell'arma. Un comportamento che gli è costato una condanna a quattro mesi in falso in atto pubblico, per aver truccato il registro di servizio così da non far risultare quelle ore di svago e uso personale del mezzo. L'accusa aveva chiesto anche che fosse condannato per peculato, ma i giudici della seconda sezione del Tribunale di Roma in questo caso hanno scelto l'assoluzione.

La vicenda giudiziaria con protagonista il sommozzatore dei carabinieri, è riportata oggi sulle pagine della cronaca locale del Corriere della Sera e risale all'aprile del 2017. Il militare era impegnato nelle ricerche di reperti archeologici di epoca romana: a fine anni ‘2o nel lago vennero recuperate delle navi risalenti ai tempi dell'imperatore Caligola, successivamente andate distrutte per colpa di un incendio. Ma non è escluso che il fondale nasconda altri tesori, così i sommozzatori svolgono il loro turno di ricerca che termina alle 17.08.

A quel punto dovrebbero rientrare in caserma ma il carabiniere condannato aspetta che i colleghi vadano via e, invece di ancorare il gommone, fa salire a bordo la famiglia e gli amici per un'escursione terminata la quale prosegue la giornata con un pic nic sulle sponde del lago di Nemi, per poi certificare al suo rientro che la durata del servizio sarebbe andata avanti fino alle 22.00. Un'infrazione che è costata cara al carabiniere.

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