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In centro a Roma con pass disabili intestato al marito morto: è la vedova di Gianni Nazzaro

Gli agenti della municipale l’hanno fermata per un pass per disabili intestato ad un morto: fermata la vedova di Gianni Nazzaro.
A cura di Beatrice Tominic
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Circolava nel centro storico, all'interno della ZTL, della capitale con un permesso per disabili intestato al marito morto. È quanto hanno scoperto gli agenti della Polizia Locale del GPIT (Gruppo Pronto Intervento Traffico) quando, nella zona di via Ripetta, a pochi passi da piazza del Popolo e dal lungotevere Augusto, dove si trova l'Ara Pacis, hanno fermato una donna che si trovava a bordo di una Chrysler Cruiser con targa francese. Si tratta di Nada Ovcina, vedova di Gianni Nazzaro, cantante e attore morto lo scorso luglio, al'età di 73 anni.

La scoperta del pass disabili

Gli agenti di una pattuglia della Polizia Locale hanno provveduto immediatamente a fermare la donna residente a Roma, chiedendole di mostrare i documenti dell'automobile. Oltre a continuare a circolare con una targa estera e a non aver provveduto ad immatricolare la macchina con targa italiana operazione che, secondo le norme in vigore, deve essere svolta se si risiede nel nostro Paese da più di tre mesi, gli agenti hanno scoperto un pass disabili non idoneo.

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Sull'automobile aveva esposto la fotocopia del permesso per disabili appartenuto al marito, Gianni Nazzaro, che risultava revocato perché intestato ad una persona deceduta. I due erano stati sposati negli anni Settanta, poi è arrivata la separazione. Gianni Nazzaro si è legato ad un'altra donna, ma qualche anno fa si è riavvicinato a Ovcina: erano in automobile insieme quando, nel 2016, è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale in Francia. Nel 2021, infine, prima che Gianni, all'anagrafe Giovanni, Nazzaro morisse, i due si sono sposati una seconda volta.

Gli ulteriori accertamenti

Gli agenti, insospettiti per aver trovato la donna senza documenti di circolazione, hanno continuato a svolgere controlli più approfonditi: per tentare di giustificarsi, la conducente dell'automobile ha iniziato a fornire versioni discordanti. Oltre agli accertamenti sulla donna, però, ne hanno svolti altri anche sul veicolo: in aggiunta alla targa estera, la pattuglia ha accertato più di 900 illeciti per violazione del codice della strada.

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Così è arrivata la sanzione: sequestro del mezzo e il pagamento di una multa superiore a 500 euro. Sarà inoltre inviata una apposita segnalazione al Dipartimento competente per avviare l'iter previsto in merito ai verbali inevasi.

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