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Il comissariamento del Santa Cecilia il conservatorio più prestigioso d’Italia

Riscontrate alcune irregolarità di gestione che hanno portato al commissariamento del conservatorio più prestigioso d’Italia.
A cura di Gaetano De Monte
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C’era la mancanza del certificato di agibilità, e pure quello di prevenzione degli incendi della sede, tra i rilievi che la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha mosso qualche giorno fa ai vertici del Conservatorio di musica “Santa Cecilia” nel decreto attraverso cui è stato disposto il commissariamento, e la contestuale nomina di Marco Villani, presidente, e Paolo Rotili, con funzioni di direttore, di una tra le più antiche e prestigiose istituzioni musicali, formative e culturali del panorama italiano e internazionale.

Una richiesta, quella del certificato di agibilità della struttura che si trova in via dei Greci, nel centro di Roma, che era stata già presentata alla governance dell’istituto nel novembre del 2019 da parte del ministero dell’economia e delle finanze, durante una ispezione amministrativa e contabile. E che tuttavia era rimasta inevasa fino al 14 aprile di quest’anno, quando «la competente direzione, anziché fornire elementi sulla esistenza di tale certificato, si è limitata a preannunciare una relazione dettagliata del RSPP, che ad oggi neppure è pervenuta». Si legge così nelle 23 pagine del decreto di commissariamento firmato il 22 aprile scorso dalla ministra Messa, con la motivazione che «l’attività del Conservatorio è caratterizzata, almeno a decorrere dal 2019, da significative e reiterate criticità, consistenti in gravi e persistenti violazioni di legge e in comportamenti e condotte tali da non assicurare il normale funzionamento degli organi o dei servizi indispensabili dell’istituzione».

Le prime verifiche. Già dal 2019, ben due ministeri, economia e istruzione, vogliono vederci chiaro sulla gestione del conservatorio, in particolare, in riferimento alla situazione di demansionamento e mobbing lamentata dal direttore di ufficio di ragioneria e dall'assistente amministrativo (indicata dal ministero tra le possibili problematiche da verificare, ma poi non contestata nel decreto di commissariamento ) al bilancio di previsione dello stesso anno e rispetto a compensi, liquidazioni e mandati di pagamento. Così, i ministeri avviano le prime verifiche. E i rilievi aumentano, come si legge in una diffida del Miur che risale al 2021, li dove emergono altre criticità oltre a quelle gestionali mai risolte. tra cui, ad esempio il fatto che dopo le elezioni degli studenti per il periodo 2015-2018, tenutesi il 26 novembre 2015, la Consulta non è stata rinnovata fino a luglio 2021 e, formalmente, si è poi costituita solo nel mese di novembre 2021, cioè tre anni dopo le elezioni.

Nel frattempo, la replica della Direzione del Conservatorio è arrivata, piccata, soltanto il 25 marzo di quest’anno, lamentando, infatti, «una continua richiesta di carte su carte e prove su prove», come hanno riferito dal ministero dell’università e della ricerca. Lo stesso ministero ha censurato così il comportamento degli organi di direzione dell’istituto: «Viene, quindi, artificiosamente, giustificata l’ennesima violazione di regole e disposizioni poste a presidio del corretto funzionamento dell’ente, ma anche delle più elementari norme di correttezza istituzionale e di collaborazione e trasparenza nei riguardi del Ministero vigilante».

Le interrogazioni parlamentari. Negli stessi giorni di marzo, alla Camera dei Deputati, il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina, riferiva così durante un question time. «Oggi è il terzo atto di sindacato ispettivo che proponiamo in merito al Conservatorio Santa Cecilia di Roma che, come noto, è una delle più prestigiose istituzioni formative e musicali del nostro panorama e del panorama internazionale». Confermava il parlamentare di Leu: «il primo atto l'abbiamo fatto a giugno scorso, dopo che la direzione del Conservatorio aveva sospeso uno studente, reo di aver criticato la direzione del Conservatorio in un'assemblea studentesca». E ancora, protestava Fassina: «In quell'occasione, elencammo al Governo una serie non solo di criticità, ma anche di sentenze di tribunali, di esiti di verifiche ministeriali, dalle quali risultavano comportamenti illegittimi da parte della direzione del Conservatorio». Oggi, il parlamentare, dopo averne chiesto invano per mesi, insieme ad altri colleghi, anche senatori, il Commissariamento, si dice soddisfatto «perché è stato ripristinato in tal modo lo stato di diritto». E racconta a Fanpage di essersi cominciato ad interessare della questione dopo la sospensione dal Conservatorio di uno studente, che era avvenuta perché durante una assemblea lo stesso aveva osato criticare pubblicamente le scelte della governance dell’istituto.

Il testimone Dario Potenzano è lo studente sospeso per due mesi, ma è anche uno dei fondatori del sindacato Sipa, Studenti Insieme per l’arte. Nel corso di una lunga conversazione avuta con Fanpage, Potenzano sostiene di essere stato fortunato ad essersi potuto ribellare, perché altri suoi colleghi e colleghe, invece, non avrebbero potuto permettersi un provvedimento disciplinare. E riferisce il caso di una studentessa che è stata addirittura espulsa dall’istituto per presunti problemi con l'iscrizione, al fine di impedirle di essere proclamata quale rappresentante degli studenti nella Consulta. Il suo caso, intanto, è finito all’attenzione della procura della Repubblica di Roma, in seguito a una denuncia presentata dalla studentessa.

Racconta Potenzano: «Quello che è emerso sui giornali negli ultimi giorni in merito alle irregolarità gestionali, è soltanto la punta dell’iceberg di un sistema di potere che distribuisce incarichi, favori, prebende nei confronti dei docenti fedeli e che punisce duramente, invece, i professori che osano rivolgere critiche. Emblematico in questo senso è il caso di un nostro docente Dario Lucantoni, tra i migliori direttori di orchestra in Italia, i cui studenti vengono penalizzati costantemente per colpire lui». E ancora, accusa l’attuale rappresentante degli studenti presso la Consulta: «Il direttore Roberto Giuliani è soltanto il vertice di un sistema di potere melmoso più ampio, lo stesso che ci ha definito “affiliati”, alla stregua degli appartenenti ai clan mafiosi».

Poi Potenzano conclude così: «La notizia del Commissariamento ci riempie di gioia perché abbiamo sempre confidato nelle istituzioni. In tal modo lo sparuto gruppo di studenti interessato più alla politica che alla musica (per usare la definizione di un docente appartenente a quel sistema di potere) ha avuto ragione. Dispiace solo dover constatare in questa storia l’assordante silenzio della Consulta Nazionale e del suo presidente, Francesco Spina, nonostante avessimo chiesto loro aiuto in passato, in quanto organo rappresentativo degli studenti dei conservatori più importanti a livello nazionale. Ora, comunque guardiamo al futuro, con tutta la volontà di ricostruire il nostro amato Conservatorio e anche di riportarvi la democrazia al suo interno».

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