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Opinioni

Il sindaco Gualtieri a Fanpage.it: “L’era degli annunci è finita. Così Roma diventerà Capitale europea”

L’intervista del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Un dialogo sul futuro della città, tra i problemi di oggi e le idee per cambiare.
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Sindaco Gualtieri, sono passati dodici mesi dalla sua elezione. Da 1 a 10 quanto si sente d'aver realizzato di quello che si prefiggeva in questo anno di mandato?

Da uno a dieci non so. Diciamo che sono soddisfatto. Il lavoro che abbiamo svolto è stato davvero intenso e ricco di idee, di risultati e soprattutto di basi per le trasformazioni di cui Roma ha bisogno.

Però di questo lavoro ancora non si vede molto, a dire il vero…

Perché abbiamo ereditato una città con problemi strutturali profondi che richiedono soluzioni strutturali profonde e quindi abbiamo dedicato quest'anno non solo a cercare di fare cose con un effetto immediato. Il nostro programma di trasformazione della città, che punta anche ad affrontare i problemi che per troppo tempo sono stati lasciati senza soluzioni. Anche se non si vedono, insomma, abbiamo fatto tantissime cose. Più di ogni cosa, abbiamo compiuto le scelte strategiche senza le quali questa trasformazione di Roma non avverrà

Ad esempio? Ci dica quelle di cui va più orgoglioso

Partiamo dalla cosa che ha fatto più discutere: finalmente, abbiamo dato il via agli impianti per il trattamento dei rifiuti, a partire dal termovalorizzatore. Era davvero surreale che la Capitale italiana città mandasse i suoi rifiuti in discarica e diretti ai termovalorizzatori in giro per l'Italia e per l'Europa. Ma sono anche orgoglioso della scelta di introdurre un calendario di limitazione alla circolazione delle auto come stanno facendo le grandi capitali europee. Sarà un provvedimento che farà sicuramente discutere, ma è indispensabile, perché a Roma ci sono troppe automobili e vanno ridotte. Forse però la cosa di cui vado più orgoglioso di tutte, ora che ci penso è un’altra.

Cioè?

Penso al lavoro fatto sugli assistenti sociali, per far scorrere liste di attesa relative all'assistenza ai minori, ai disabili, agli anziani o le scelte che ci hanno visto puntare molto sull’apertura delle scuole e degli asili nido. Dietro tutti questi progetti c'è l'idea della città dei 15 minuti, quella che porta i servizi dove ci sono le persone e non costringere le persone a inseguire i servizi in giro per la città.

Cerchiamo di allargare l'orizzonte ai prossimi dieci anni – augurandole due mandati da primo cittadino – nel mezzo dei quali ci sono i soldi del Pnrr, un grande evento come il Giubileo, e ci potrebbe essere un grande evento come Expo. Ecco: tra dieci anni come sarà Roma? E tanto per cominciare, visto che ne abbiamo già parlato: come sarà il suo ciclo dei rifiuti?

Guardi, bastano cinque anni. Perché alla fine del mandato avremo già i nuovi impianti operativi. Roma disporrà di due impianti per il trattamento della frazione secca a Roma disporrà di due impianti di bio digestione anaerobica per la frazione organica che oggi, con venti tir al giorno va in Veneto dove ne fanno energia pulita con costi altissimi. E che con la frazione indifferenziata, grazie al termovalorizzatore, produrrà energia e svuoterà le discariche. In parallelo, sempre tra cinque anni, sarà compiuta l’opera di rigenerazione della raccolta di Ama. E tutto questo darà vita a un circolo virtuoso che porterà a migliorare le cose, sempre di più.

In che senso?

Grazie agli utili che deriveranno dalla disponibilità di impianti pubblici, noi avremo più risorse da investire per la pulizia della città.

Passiamo al trasporto pubblico: tra dieci anni saremo ancora qui a parlare della metro C?

Appena insediato, l’ho detto subito al governo: mi dovete dare i soldi per completare la linea C, perché se non lo fate subito questa cosa farà altri dieci anni di ritardo. Ma questo è solo l’inizio, ovviamente, perché stiamo lavorando su tanti fronti per migliorare la mobilità.

Quali?

Il primo si chiama “cura del ferro”, che era stata avviata dalle prime amministrazioni di centrosinistra. Penso a Rutelli, Tocci, poi Veltroni. Quindi più metropolitane col completamento della C, i prolungamenti delle linee A e B e poi l'avvio della progettazione della linea D, con un orizzonte ancora più ampio del decennio. E poi undici nuove tramvie, quattro delle quali pronte tra cinque anni, le altre sette tra dieci. E ancora, la chiusura dell'anello ferroviario con l'utilizzo anche della rete ferroviaria interna per creare una vera e propria metropolitana di superficie.

Tra dieci anni avremo ancora autobus che prendono fuoco?

Questo posso garantire non accadrà. E intanto, nel nuovo contratto di servizio, aumenteremo di un milione di chilometri, con l’obbiettivo di aumentare di 20 milioni di chilometri la percorrenza dei mezzi pubblici Atac entro il Giubileo. Non solo, però: predisporremo un'integrazione funzionale e tariffaria che consenta al cittadino, con un’app, di poter farsi un percorso personalizzato e di mettere insieme un pezzo di ferrovia, un pezzo di autobus, un pezzo di magari car sharing o bike sharing o addirittura monopattino, e quindi poter integrare un servizio a chiamata e quindi poter farci un percorso personalizzato in cui anche anche l'ultimo miglio sia coperto.

Cosa intende quanto parla di ultimo miglio?

Roma ha una struttura abitativa molto diffusa e poco densa, quindi non non è possibile avere un collegamento su ferro per ognuno dei 200 quartieri che sono sparsi su un territorio che è più grande di qualsiasi altra città europea tranne Londra: per questo l'ultimo miglio, cioè il collegamento tra il nodo su ferro e dove poi le persone vivono, è fondamentale.

E cosa state facendo, per l’ultimo miglio?

Tanto per cominciare, abbiamo rivoluzionato le regole per il bike sharing e per i monopattini, dicendo che se si vuole utilizzare questo servizio a Roma bisogna rendere disponibile non solo nel centro ma anche nelle periferie. E poi stiamo progettando e realizzando corridoi ciclopedonali che devono essere andare di pari passo alla riduzione della velocità delle automobili con le zone 30.

Mobilità del futuro vuol dire anche meno inquinamento…

Potenziando il trasporto pubblico, noi possiamo alzare ancora l’asticella del livello di emissionie togliere dalle strade le auto più inquinanti, anno dopo anno. A questo aggiungo che con i soldi del Pnrr sostituiremo gli autobus a benzina con quelli elettrici e metteremo ovunque in città le colonnine per le auto elettriche.

Cambiamo argomento e parliamo di case, sindaco Gualtieri: Roma, come tante metropoli, ha un grande problema abitativo. Come pensate di risolverlo?

Partiamo dalla base: devono esserci le case per le persone che hanno diritto al alloggio popolare. Per questo abbiamo stanziato 220 milioni per l'acquisto di nuovi edifici da destinare al patrimonio dell'edilizia pubblica. Ce ne sono troppo pochi rispetto a quello che fanno le altre città europee che investono molto sul diritto alla casa. Qui non si tratta solo di far scorrere graduatorie. C'è anche, e soprattutto, un tema di quantità degli edifici disponibili.

Peraltro, a Roma c’è pure il problema che nemmeno si sa quanti sono, gli edifici disponibili…

Sì, e mi lasci dire che è incredibile che a Roma non esistesse un vero censimento del patrimonio immobiliare. L'assessore Zevi sta lavorando con grandissimo impegno, ma non è una cosa che si fa in pochi mesi.

Il tema della casa, e quello delle periferie, chiama in causa la tenuta sociale della città, Qual è lo stato dell'arte, da questo punto di vista? Su cosa state puntando per cercare di migliorare la situazione?

Roma ha conosciuto nel quindicennio una stagione di declino economico e sociale molto, molto significativo, oltre anche di degrado amministrativo per tante ragioni che sono ora complesse da analizzare e riguardano la riduzione della spesa pubblica degli investimenti pubblici. Questo ha portato un impoverimento della città e soprattutto un forte aumento delle diseguaglianze, con differenze in termini di reddito o di aspettativa di vita di tutti i parametri che tra quartiere e quartiere sono davvero impressionanti.E non è solo un tema di servizi, ma anche un tema di opportunità di lavoro, di qualità del modello di sviluppo.

A cosa si riferisce?

Se il modello di sviluppo come è un modello di sviluppo che si basa sul lavoro di bassa qualità, a sua volta questo ingenera situazioni di povertà, degrado e diventa un circolo vizioso. Quindi si tratta non solo di migliorare la qualità urbanistica dei servizi dei quartieri che ne hanno più bisogno, che pure è fondamentale, ma anche di aiutare a una crescita economica e sociale di quei territori, sia con l'investimento forte sulla scuola, sulla formazione, sia con la digitalizzazione di tutti i quartieri, sia proprio aiutando il modello di sviluppo di Roma Capitale.

Cosa state facendo a questo proposito?

Ad esempio, abbiamo investito sul Tecnopolo, lavoriamo molto con le università, con Unindustria, con i sindacati. Per questo l'assessore allo Sviluppo economico sta lavorando a creare degli innovation lab nei quartieri, a partire dalle periferie, dove ci possono essere incubatori di imprese, start up, sostegno all'occupazione, alla formazione. Non solo, però: stiamo lavorando a un patto per il lavoro e lo sviluppo con i sindacati e con le imprese. Ad esempio, in relazione alla candidatura a Expo, abbiamo firmato un protocollo di intesa con i sindacati affinché si facciano contratti di lavoro stabili per chi lavora per Expo. E tra l'altro una cosa che ci distingue, forse sicuramente da altri competitor l'attenzione alla qualità del lavoro, il dialogo con le forze sociali.

Parliamone, di Expo: a che punto siamo con la candidatura?

Siamo in campagna elettorale, abbiamo presentato un progetto bellissimo, assai più voluminoso di quello dei nostri concorrenti. E molto innovativo, soprattutto perché è un progetto che non è usa e getta, ma è sostenibile, nel senso che parte da quello che si fa dopo e va a ritroso.

Spieghi meglio…

Sarà un Expo che rigenera un quadrante della città creando un grande campus dell'innovazione, della ricerca, dello sviluppo, del trasferimento tecnologico, della tutela del verde, dello sport, insomma della salute.

Da Expo al Pnrr.  Perché su quest’ultimo punto, in Italia, sta emergendo sia un tema di rispetto delle tempistiche, sia un tema di aggravio dei costi di reperibilità delle materie prime. Qui a Roma è tutto ok, o c’è qualche campanello d’allarme?

Questo problema riguarda naturalmente tutti, e noi non ne siamo esclusi, purtroppo. Stiamo rimodulando sia proprio della reperibilità delle materie prime, spesso, ma alcune cose banali che forse i cittadini vedono i cassonetti nuovi o i cestini nuovi è molto difficile averli. Li danno con molto più ritardo, perché le materie prime sono più scarse, c'è più competizione internazionale per poterle utilizzare, quindi le ditte ritardano le consegne o aumentano i prezzi.

Quindi fa bene, Meloni, ad andare in Europa e chiedere di rivedere i piani?

Attenzione: non dobbiamo fare l’errore di smontare il Pnrr perché questo sarebbe esiziale dal punto di vista dei tempi. Bisogna andare avanti sui progetti che ci sono. Avere insomma il sostegno per poter aggiustare i costi e rimodulare nell'ambito dei progetti, in modo da poter affrontare queste nuove condizioni di mercato.

Tra le opere finanziate dal Pnrr, qual quella a cui è più affezionato, quella che pensa sia più importante per la città?

Sul Pnrr forse mi piace sottolinearne uno che è uno dei piani urbani integrati. Abbiamo fatto uno su Corviale, uno su Santa Maria la Pietà, uno su Tor Bella Monaca, ma poi ne abbiamo fatto uno orizzontale che punta alla realizzazione di nuove biblioteche e al potenziamento di quelle esistenti.

Perché proprio le biblioteche?

Perché sono un pezzo fondamentale per l'esercizio dei diritti di cittadinanza e della formazione.

E il progetto più bello relativo al Giubileo, invece?

Anche qui ci sono tantissimi interventi, alcuni che magari sveleremo gradualmente e che saranno molto belli.

Ce ne anticipi uno, almeno…

Vogliamo rifare completamente tutte le stazioni della metro A, che sono molto vecchie e fatiscenti e che vorremmo rendere belle come possono essere per esempio i gate di un aeroporto.

Una domanda flash su un tema che sta a cuore a molte persone. A che punto siamo con il nuovo stadio della Roma?

È in corso la Conferenza dei servizi preliminare. Attualmente, è in corso la valutazione di tutti gli aspetti del progetto che ci è stato mandato con alcune richieste di integrazione, di chiarimento su tutti i vari aspetti che possono riguardare la mobilità. Io sono fiducioso, perché questo  è un progetto importante non solo per la Roma, per i suoi tifosi, per gli sportivi, ma per tutta la città che può rigenerare un quadrante importante.  Su questa partita, così come sul resto, lavoriamo sobriamente, seriamente, pragmaticamente. L’epoca degli annunci pirotecnici e degli incidenti di percorso è finita.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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