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Il porto per maxi navi da crociera di Fiumicino verso lo stop? Il Mibact boccia il progetto

I tecnici Ministeri della Cultura sottolineano la “grave carenza documentale” e le numerose criticità del progetto della Waterfront Srl. Senza il parere positivo del MIBACT la Valutazione d’Impatto Ambientale si fa più lontana e la realizzazione del porto crocieristico privato un miraggio. E intanto il Giubileo si avvicina.
A cura di Valerio Renzi
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Il tempo stringe, il Giubileo è dietro l'angolo, e il nuovo porto privato di Fiumicino sembra sempre di più un progetto destinato solo a rimanere disegnato sulla carta in sfavillanti render. L'opera, la cui accelerazione per la realizzazione è resa possibile in virtù dell'inserimento nel Dpcm che individua le opere strategiche per l'Anno Santo del 2025, deve però passare necessariamente per il rilascio della Valutazione d'Impatto Ambientale che deve rilasciare il Ministero dell'Ambiente.

Ora, prima di rilasciare la VIA, il ministero dell'Ambiente deve raccogliere quello delle altre istituzioni competenti, compreso il Ministero della Cultura. E proprio nelle 22 pagine del MIBACT in cui vengono chieste "integrazioni" alla documentazione pervenuta, arriva una prima sonora bocciatura del progetto della Waterfront Srl, la società controllata dalla Royal Caribbean che vuole realizzare il progetto.

Il documento evidenzia "gravi criticità e carenze documentali". Quella descritta è una specie di astronave pronta a atterrare sul tratto di costa alla foce del Tevere, senza tenere minimamente conto della tutela del paesaggio, e dell'identità culturale e della tutela ambientale del tratto di costa interessato. Il faro, i bilancioni e i trabucchi, sono tutti elementi costitutivi di un paesaggio e di un'identità che il Mibact indicano da tutelare, e che da quello messo nero su bianco per ora nel progetto verrebbero invece sostanzialmente cancellati. "Il progetto – si legge – risulta gravemente carente in termini di connessioni visive e funzionali con il comparto paesaggistico in cui si inserisce".

Il MIBACT sottolinea la carenza di documentazione, e chiede maggiori approfondimenti. E se anche fosse possibile adeguare il progetto del porto di lusso alle raccomandazioni, intanto i tempi si allungano. Le carte presentate infatti disegnano un'opera di grande impatto slegata dal territorio, come sottolinea i tecnici del ministero, in cui non risulta verificata la compatibilità con il PTPR, il Piano Regolatore Portuale e la Convenzione Urbanistica, e di cui non si valuta l'impatto "cumulativo", con gli altri progetti infrastrutturali sul territorio (a partire dall'aeroporto e gli altri porti che insistono su quel tratto di costa, per non parlare delle diramazioni stradali).

Audito in commmissione Giubileo alla Regione Lazio il direttore generale della Fiumicino Waterfront, ha già chiarito che per l'Anno Santo il porto non sarà davvero pronto, lanciando l'idea di mettere all'ancora le maxi navi da crociera a un miglio dalla costa e di portare i pellegrini a terra a bordo di lance motorizzate. Ora anche questa prospettiva appare più lontana: senza la VIA è tutto fermo. E chissà che non possa essere un'occasione per ripensare un progetto con molte criticità, fortemente osteggiato dalle associazioni ambientaliste e i comitati locali.

Claudio Marotta, consigliere regionale di Verdi e Sinistra, in una nota sottolinea come "questi pareri sono segnali che non possono rimanere inascoltati.". "Ciò che era già stato rilevato e segnalato dalle associazioni di cittadini nel lavoro di monitoraggio continuo sul progetto della Royal Caribbean e Fiumicino Waterfront, dimostra essere sempre più evidente: il porto crocieristico non risponde ai necessari standard per essere realizzato. Esprimo preoccupazione, in particolare, per la grave la carenza di valutazioni riguardo l’impatto paesaggistico e ambientale e archeologico dell’opera", prosegue l'esponente di opposizione alla Pisana. "Il termine dato alla Fiumicino Waterfront e al Comune di Fiumicino per fornire i chiarimenti e la documentazione integrativa sta per scadere. Nel caso non venissero presentati, il progetto dovrebbe essere obbligatoriamente interrotto. – spiega Marotta –  Oggi abbiamo un’ulteriore dimostrazione dei limiti di questa grande opera e dei rischi che si corrono nel realizzarla. Mentre aspettiamo di veder fornite le integrazioni richieste, continueremo a tenere gli occhi puntati sull’evoluzione del progetto".

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