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Covid 19

Il Lazio non può acquistare Sputnik (né altri vaccini) da solo come sostiene l’assessore D’Amato

L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha dichiarato che se la prenotazione del vaccino russo non si smuoverà a livello europeo, la Regione Lazio procederà in autonomia. Ma non può farlo: l’acquisto dei vaccini in Europa avviene a livello centralizzato. E la Regione Lazio non può acquistare nulla da sola, nemmeno Pfizer, Moderna o AstraZeneca.
A cura di Natascia Grbic
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(La Presse)
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In un'intervista rilasciata a Il Messaggero, parlando del vaccino russo Sputnik V, l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato ha dichiarato che "se l'Europa non si muove, la farà da sola la Regione Lazio. Prenoteremo le dosi che ci servono". La campagna vaccinale nella regione sta procedendo al ritmo di 17/18mila vaccinazioni al giorno, che potrebbero essere molte di più se ci fossero le dosi disponibili. Non è una novità che l'assessore D'Amato spinga per l'acquisto di Sputnik V: anche l'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani ne ha stimato l'efficacia al 91,6%. C'è però un problema riguardo ciò che dice D'Amato: la Regione Lazio non può procedere da sola nella prenotazione delle dosi del vaccino russo.

La Commissione e gli stati membri hanno già concordato un'azione comune per quanto riguarda l'Unione Europea. È la Commissione che conclude gli accordi di acquisto con i produttori di vaccini per conto degli stati, ai quali poi andrà un determinato numero di dosi. Ed è sempre la Commissione che – in cambio del diritto di acquisto per un certo periodo di tempo – ha concordato di finanziare una parte dei costi iniziali per la produzione dei vaccini, che fungeranno da acconto per i vari stati. L'acquisto dei vaccini avviene a livello centralizzato: la Regione Lazio non può acquistare nulla da sola, nemmeno Pfizer, Moderna o AstraZeneca che sono già approvati dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Esiste inoltre un meccanismo di solidarietà europeo per cui la distribuzione delle dosi avviene proporzionalmente alla popolazione di ogni singolo stato membro, in modo da garantire a tutti un accesso equo.

L'Ema poi, non ha ancora approvato Sputnik V. Il vaccino russo è al momento in fase di revisione: vuol dire che l'Agenzia dovrà prima valutare i dati sulla produzione e analizzare le cartelle cliniche dei volontari. Nel caso di parere positivo, allora ci sarà il via libera e Sputnik V potrà essere usato in Europa e quindi anche in Italia. Prima di allora – in genere il processo di revisione dura tre settimane – nessun paese (tantomeno una singola regione) può procedere alle prenotazioni.

Un altro aspetto da considerare, è che anche la Russia sul piano pratico ha incontrato problemi di produzione. Il capo del fondo sovrano russo Kirill Dmitriev ha dichiarato ieri che "quando l'Ema avrà dato la sua approvazione, saremo pronti a fornire all'Europa 50 milioni di dosi". Per l'Italia si tratterebbe dunque di ricevere circa il 13% delle dosi. Questo vuole dire che al momento la capacità produttiva del vaccino non sarebbe in grado di fare la differenza nella campagna vaccinale, anche se aiuterebbe riceverlo.

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