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I luoghi di Roma nei testi delle canzoni di Claudio Baglioni

Da Centocelle al Lungotevere, dallo stadio Flaminio a Porta Portese: sono tanti i posti di Roma che ricordano Claudio Baglioni perché finiti nei testi delle canzoni. Ivan Fedele e Rosa Alvino, autori del romanzo ‘Non avrai altro dio all’infuori di Claudio’ hanno tracciato la mappa del luoghi della Capitale cari al poliedrico artista nonché direttore artistico di Sanremo 2018.
A cura di Redazione Roma
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Il legame tra Roma e Claudio Baglioni è stato sempre intenso e ricco di emozioni. I testi delle canzoni del cantautore nato a Montesacro e cresciuto a Centocelle sono ricchi di riferimenti alla Capitale e alle sue suggestioni fin dagli anni Settanta; indimenticabile è poi il doppio concerto allo stadio Flaminio con oltre 100mila spettatori in tutto.
Chi ama Baglioni sa che per raccontarlo non si può prescindere dal suo rapporto con la città Eterna. Ivan Fedele e Rosa Alvino, autori del romanzoNon avrai altro dio all’infuori di Claudio‘ (Homo Scrivens editore) libro che racconta la storia d'amore di due sfegatati fan di ‘Cucaio‘, hanno tracciato una mappa dei riferimenti del poliedrico artista nonché direttore artistico di Sanremo 2018 rispetto alla sua amata città natale.

Montesacro. Anzi ’51 Montesacro

«E tutto cominciava in un subaffitto e un muro che sudava». È qui che il 16 maggio 1951 nasce Claudio Enrico Paolo Baglioni. Da Riccardo Baglioni e Silvia Saleppico. Una coppia di origine umbra emigrata nella capitale per lavoro. Lui è un “brigadiere che scrive poesie”, lei una sarta. Claudio è il loro unigenito figlio. Voleva un fratellino, ma la mamma gli raccontava che costavano troppo, così canta la leggenda nell’album “Strada Facendo”.

Centocelle

Il quartiere popolare dove Claudio crebbe e coltivò le prime amicizie: il Sommo (perché aveva la testa a forma di sommergibile), il Galleggiante (giacché idraulico). Lui, con i suoi occhiali spessi, il suo abbigliamento nero e la sua aria da intellettuale divenne per tutti “Agonia”. Studiava da geometra e si iscrisse ad Architettura (laureatosi poi nel 2004) ma, quando partecipò al quartieristico festival musicale di San Felice da Cantalice, i suoi orizzonti artistici cambiarono per sempre.

Piazza del popolo

«Piazza del Popolo noi cantavamo ed eravamo una sola cosa…»: È qui, da una contestazione in piazza e una conseguente fuga che inizia la storia di “Questo piccolo grande amore”. Il protagonista maschile si rifugerà in una strada fuori mano, nascondendosi in un bar. Lo scappare dalla contestazione di piazza diventa metafora dell’affrancarsi da quel cantautorato che nel 1972 metteva al centro dei propri testi la politica. Claudio Baglioni sceglie invece la sfida di raccontare il quotidiano, a partire dal “primo amore che non dura tutta la vita ma la cambia per sempre”. È proprio in quel bar conoscerà una ragazza. Diventerà il suo piccolo grande amore, il concept album che ripercorrerà la storia dei due ragazzi fino all’addio passando per idilli, litigi, sfottò degli amici, matrimoni immaginati e il servizio militare.

Lungotevere

Lo scenario romano più romantico, quel Tevere «che andava lento lento» e che fa da sfondo al celebre brano “Con tutto l’amore che posso”. Roma, in questa canzone, diventa la scenografia romantica dei due protagonisti di Qpga che vivono la tenerezza del primo amore tra «un valzer pazzo cominciato un po’ per caso» e l’ingenuità di addormentarsi, mano nella mano aspettando insieme le luci tenui dell’alba.

Porta Portese

Il celebre mercatino romano reso famoso proprio dal brano di Claudio. Lui va lì, in licenza militare, per comprare dei blue jeans e fare una sorpresa alla sua lei. Ma la sorpresa la riceve lui quando la vede insieme a un altro. Dramma della gelosia in salsa capitolina.

Montemario

È sulla terrazza dello Zodiaco a Montemario, nel punto più panoramico di Roma, che Claudio scriverà i testi de “La vita è adesso”, l’album che vanta il record in Italia per aver venduto circa quattro milioni di copie. Seduto al tavolino del bar, Claudio descrive l’umanità, dal risveglio mattutino fino alla notte. Un punto di vista privilegiato, riportato anche dalla cover dell’eccellente album, Claudio guarda Roma e la vita dall’alto, ispirazione capitolina all’ennesima potenza.

Stadio Flaminio

Lo stadio Flaminio è il luogo nel quale Claudio sceglie di tornare, il 3 luglio del 1991, dopo 5 anni di assenza dai concerti e dopo che un incidente, il 4 novembre di un anno prima, aveva rischiato di interrompere la sua carriera. È il primo live dopo il controverso album “Oltre”, il suo capolavoro più grande. Un album non facile, sia per gestazione sia per accoglienza da parte del pubblico. Infatti, il doppio album faticò ad entrare nel cuore dei suoi fan. L’attesa non fu vana, tanti che divenne il disco più amato anche dalla critica. Tante le novità. Per la prima volta Claudio sperimentò il palco a centro, rivoluzione copernicana che sarà tratto peculiare del suo stile e della sua idea di spettacolo. Quella notte cantò per la prima volta i brani do Oltre, lasciandosi vincere dall’abbraccio affettuoso ed entusiasta del suo popolo.

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