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Gli studenti di destra manifestano al Miur in sostegno al governo: “Fuori Anpi e gender dalle scuole”

“Fuori l’Anpi dalle scuole” e “Fuori il gender dalle scuole”. Gli studenti di Azione Studentesca in sit-in fuori il Miur manifestano il loro sostegno al governo. “L’associazione partigiani? Antifascismo strumentale che va combattuto”.
A cura di Valerio Renzi
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Sono qualche centinaio e sono arrivati anche da fuori Roma per manifestare il loro sostegno al governo e fare le loro proposte al Miur. Sono gli studenti di Azione Studentesca, organizzazione legata a Fratelli d'Italia, di cui la stessa Giorgia Meloni è stata portavoce nazionale prima di guidare per una lunga stagione Azione Giovani e da lì iniziare la sua carriera politica.

Gli studenti di destra rappresentano, come da tradizione, l'area più radicale del partito, ma non sono arrivati a viale Trastevere per protestare, piuttosto fare il tifo per il governo. Sventolano le bandiere gialle del movimento (con il simbolo che sembra tanto una croce celtica appena più articolata) e il tricolore, lanciano le loro parole d'ordine: merito, orgoglio, identità.

Subito vengono ricevuti dal governo amico: la sottosegretaria di Fratelli d'Italia Paola Frassineti, si incarica di  incontrare una delegazione che le consegna le proposte per il ministro Giuseppe Valditara. Intanto, in strada, i giovani militanti scandiscono: "Fuori il gender dalle scuole" e "Fuori l'Anpi dalle scuole". E se sul primo punto per esempio la carriera Alias (qui vi spieghiamo cos'è) è sotto attacco delle destre, sul secondo Valditara ha già provveduto a cancellare il protocollo tra l'Anpi e il Miur per parlare di Resistenza e antifascismo nelle scuole.

"L'Anpi e l'antifascismo strumentale, incarnano tutto quello che è violenza, tutto quello che è negatività nei nostri confronti, negano il genocidio delle foibe", spiega uno dei portavoce. Sì le foibe come contraltare a qualsiasi discorso sulla Resistenza. Sono gli studenti "afascisti" come la destra, perché non sono antifascisti senza essere fascisti. È il solito mantra dei prof comunisti e dei libri di testo troppo di sinistra: "Vogliamo che i ragazzi si auto determinino da soli, possano studiare, possano crescere, senza condizionamenti, senza pressioni di professori ideologizzati o del pensiero unico".

Ma oltre le battaglie identitarie sulla storia e il gender cosa propongono? Più attenzione allo sport e all'educazione fisica, una riforma del Pcto (no alle multinazionali, sì alle aziende del territorio), borse di studio per i più meritevoli per scoprire i momenti più importanti della storia europea ("come il sacrificio di Jan Palach), e una commissione permanente di studenti e docenti per affrontare il caro libri.

La destra è al governo ma in piazza non manca qualche slogan barricadero: "Azione studentesca uniti in formazione, tutti quanti insieme per la rivoluzione". Rivoluzione di governo s'intende. E sul voto in condotta che andrà a fare media, cosa ne pensano? "È essenziale che si arrivi a una riforma della condotta, perché abbiamo visto molti atti di violenza, di bullismo nelle scuole italiane. Però è necessario introdurre una clausola che escluda dal voto in condotta per evitare un aspetto repressivo verso chi fa rappresentanza studentesca, o verso chi esprime un'idea diversa da quella di un singolo professore". Una sorta di immunità per chi critica "prof comunisti" e viene eletto a rappresentante degli studenti, per chi occupa la scuola o protesta la bocciatura invece forse va bene.

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