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Gaia Padovani primo medico non vedente: “Mi sto specializzando ma vogliono impedirmelo”

“Mi sto specializzando ma vogliono impedirmelo” è la denuncia di Gaia Padovani, 34enne prima non vedente laureata in Medicina, che ha paura di perdere il posto e gli esami alla specialistica in Psichiatria. “Dovrò rifare il test, l’avrei fatto subito ma dopo due anni non ha senso ripetere la prova”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Il mio diritto allo studio è stato violato, ad oltre due anni di distanza e con un preavviso di venti giorni mi hanno convocata per ripertere il test". È la denuncia di Gaia Padovani, trentaquattrenne e primo medico non vedente, che nel 2019 non riuscì a completare il test di selezione alla specializzazione in Psichiatria all'Università La Sapienza di Roma, perché il ministero non le fornì gli strumenti adeguati. Intervista da TPI ha raccontato quello che è il suo sogno, ossia diventare psichiatra, ma di aver trovato ostacoli lungo il suo percorso professionale, con tanto di docenti, che prima di laurearsi in medicina le consigliavano di cambiare facoltà. Padovani è stata ammessa alla Scuola di Specializzazione dopo il ricorso presentato che è stato accolto, ma successivamente una sentenza del Tar ha stabilito che dovrà rifare la prova e il Ministero ha fissato la fatidica data per il prossimo 4 novembre. La dottoressa è preoccupata, perché teme di perdere gli esami sostenuti finora e che i sacrifici fatti svaniscano. Il prossimo 28 ottobre il Consiglio di Stato interverrà nuovamente sulla vicenda.

Gaia Padovani: "Mi chiedono di rifare il test, ma sono al secondo anno"

La prova di selezione risale al 2 luglio di due anni fa, alla quale Gaia ha partecipato seppur con un voto alto, senza superarla. Successivamente Tar e Consiglio di Stato, prendendo in esame una serie di provvedimenti, l'hanno ammessa, ritenendo che il Miur non aveva messo la studentessa in condizioni tali da affrontare la prova e non gli aveva fornito gli strumenti previsti dalla legge per la sua disabilità, come ad esempio, la presenza di un tutor. "Se dovevo sostenere di nuovo la prova, questo andava fatto nei primi mesi, non adesso che sto per finire il secondo anno e sono quasi a metà del percorso – ha detto Gaia – Avendo saputo del test 20 giorni prima, non ho alcuna possibilità di prepararmi, inoltre lo farei da sola, non so neanche su quali basi sarei valutata e con quale graduatoria sarebbe confrontato il mio punteggio". "Noi inizialmente chiedevamo la riedizione della prova – ha spiegato l'avvocato di Gaia, Michele Bonetti – lei voleva solo essere messa nelle stesse condizioni di tutti gli altri. Ma ora, trascorsi oltre due anni, è andata avanti e non ha senso ripetere la prova adesso".

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