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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Gaia e Camilla investite e uccise a Roma, chiesti 5 anni di reclusione per Pietro Genovese

È arrivato il giorno della sentenza di primo grado per Pietro Genovese, il giovane che dovrà rispondere di omicidio stradale plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza per l’incidente in cui hanno perso la vita e due sedicenni romane Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. L’incidente avvenne a dicembre dello scorso anno.
A cura di Enrico Tata
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Oggi il giorno della sentenza per Pietro Genovese, che dovrà rispondere di omicidio stradale plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza per l'incidente in cui hanno perso la vita e due sedicenni romane Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. Il pm Roberto Felici ha chiesto una condanna a 5 anni di reclusione. Il processo si tiene nell'aula bunker di Rebibbia e si tratta di un procedimento con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare Sturzo. Genovese è stato arrestato quattro giorni dopo il tragico incidente di Corso Francia e si trova, da allora, agli arresti domiciliari.

La vicenda: il tragico incidente su Corso Francia

L'incidente in cui hanno perso la vita Gaia e Camilla è avvenuto il 22 dicembre, un anno fa esatto. Le due sedicenni sono state investite mentre attraversavano Corso Francia, a Roma, nei pressi di Ponte Milvio in tarda serata. Le due sono morte sul colpo. L'automobile guidata da Genovese si è fermata circa 200 metri dopo l'impatto. La sentenza sarebbe dovuta arrivare lo scorso 30 ottobre, ma il giudice ha voluto approfondire un aspetto: le due ragazze attraversavano sulle strisce pedonali oppure no? Le due ragazze sono state colpite dalla sola automobile di Genovese oppure anche da un'altra vettura?

La versione di Genovese e i risultati delle perizie

Genovese ha sempre sostenuto di non aver visto le due ragazze, di non stare andando a velocità elevata e che le ragazze avevano attraversato con il rosso. Il giovane, tuttavia, è risultato positivo sia ai test antidroga e antialcol: non è possibile dimostrare che abbia assunto droga proprio nelle ore precedenti l'incidente, mentre è certo che si sia messo alla guida dopo aver bevuto. Stando ai risultati delle perizie disposte dal giudice, il ragazzo non avrebbe potuto vedere le due ragazze. Tuttavia avrebbe percorso quel tratto di corso Francia a velocità troppo elevata, nonostante sia passato quando il semaforo era verde.

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