Furto da oltre 200mila euro nel magazzino di Commodore: rubati laptop, computer e workstation

Furto da oltre 200mila euro nella sede del Commodore in via dei Luxardo, all'uscita Tiburtina del Grande Raccordo Anulare di Roma. L'episodio è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, domenica 21 aprile, quando due persone, delle quali al momento non è nota l'identità, si sono intrufolate nell'edificio dell'azienda informatica, portando via decine di laptop, computer e workstation per il gaming. Capo della società è l’imprenditore Luigi Simonetti, l'azienda sviluppa prodotti destinati al mercato dell'elettronica e del gaming. Di origini americane ma oggi italiana, tra gli anni '80 e '90 del Novecento ha prodotto alcuni dei modelli di computer di maggiore successo. Sulla vicenda indagano gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Basilio, che hanno svolto gli accertamenti di rito e acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza in zona.
I ladri hanno spinto uno dei responsabili e sono scappati con la merce
Secondo quanto ricostruito finora ieri pomeriggio due persone sono entrate all'interno della sede di Commodore a volto coperto, dopo aver cercato di manomettere e disinstallare l'impianto di allarme. Si sono fatti strada attraverso una porta. La loro presenza nella struttura non è sfuggita a uno dei risponsabili dell'azienda, che li ha visti e ha provato a fermarli, purtroppo senza riuscirci. I due, dopo averlo spinto, sono riusciti a scappare con la merce, grazie ad un furgone, che li attendeva all'esterno, forse con a bordo dei complici, e hanno fatto perdere le loro tracce. Il responsabile dell'azienda che si trovava nei locali durante il furto ha dato l'allarme, chiamando il Numero Unico delle Emergenze 112 e chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine.
Sul furto al Commodore indaga la Polizia
Sul posto sono arrivati i poliziotti, che hanno raccolto la denuncia e le informazioni utili per cercare di risalire agli autori del furto. È stata fatta poi una stima del danno subito appunto che supera i 200mila euro. Di aiuto nelle indagini potrebbero rivelarsi le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di zona, che potrebbero aver immortalato la targa del furgone.