Satnam Singh, bracciante indiano morto a Latina

“Ferito come Satnam mentre lavoravo nei campi, non mi hanno soccorso ed ho quasi perso un occhio”

Parambir Singh ha quasi perso un occhio a causa di un incidente avvenuto nei campi dove lavorava insieme al padre. Oggi chiede giustizia: “Il mio datore di lavoro non ha voluto portarmi in ospedale, ci sono andato da solo con l’autobus”.
A cura di Simona Berterame
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"Satnam è morto ed ha smesso di soffrire, io continuo a morire tutti i giorni". Parambir è un ragazzo indiano di 33 anni e da otto mesi non può più lavorare a causa di una diplopia crociata costante all'occhio destro. In parole povere quell'occhio funziona solo al 20% e perciò vede solo le ombre. Il motivo? Un incidente avvenuto nei campi dove stava lavorando. Una storia simile a quella di Satman Singh, anche perché il datore di lavoro di Parambir si sarebbe rifiutato di soccorrerlo. "Non ha voluto chiamare i soccorsi o portarmi in ospedale, ci sono dovuto andare da solo con i mezzi pubblici impiegandoci oltre due ore".

L'incidente

Il 7 settembre 2023 Parambir sta lavorando nei campi delle campagne tra Terracina e Fondi insieme al padre. "Il padrone mi ha detto di cambiare la plastica della serra – racconta Parambir – ma ad un certo punto una clip mi è finita in un occhio ed ho iniziato a sentire un dolore fortissimo". Il ragazzo chiede aiuto al suo datore di lavoro, ma riceve solo un secco no. "L'ho implorato di portarmi in ospedale o di farmi almeno andare a casa, ma mi ha risposto che il turno terminava tra due ore".

Solo dopo aver finito di lavorare il giovane bracciante riesce a recarsi al pronto soccorso di Fondi, anche lì senza nessun aiuto. Ma il primo lungo viaggio in autobus non porta a nulla: "Mi hanno detto che avevo bisogno di essere operato ma lì non erano attrezzati, sono dovuto arrivare all'ospedale di Terracina sempre con l'autobus e lì mi hanno messo sette punti interni nell'occhio".

La denuncia

Parambir ha subito presentato una denuncia ai carabinieri di Fondi. Un'accusa precisa e un grido d'aiuto che sarebbe però rimasto inascoltato per mesi, secondo la testimonianza della sua nuova avvocata Myriam Ciorra. "Ho preso in mano questo caso da poco e mi sono resa conto che la denuncia di Parambir giaceva ancora nel commissariato senza nessun seguito. Adesso per fortuna le indagini sono partite e speriamo di avere presto nuovi sviluppi". L'avvocata ha intenzione di intentare anche una causa civile per permettere a Parambir di avere un risarcimento da parte dell'Inail.

"Posso capire perfettamente cosa si prova quando hai un braccio staccato e non ti portano in ospedale – ripete Parambir ricordando il suo connazionale morto una settimana fa. Ed è stato proprio il clamore mediatico intorno alla storia di Satnam Singh a convincere Parambir a raccontare la sua storia: "Mi sono fatto coraggio ed ho deciso di parlare perché voglio giustizia".

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