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Duplice femminicidio a Cisterna di Latina

Cisterna di Latina, 9 femminicidi in 11 anni: “Donne chiedono aiuto, ma centri antiviolenza sono pochi”

Nove femminicidi in undici anni. Ma i centri antiviolenza sono ancora troppo pochi nella provincia di Latina: ne parla a Fanpage.it Valeria Campagna, consigliera del capoluogo pontino e vicesegretaria regionale del Partito Democratico.
A cura di Beatrice Tominic
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Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato sono state uccise dall'ex fidanzato di Desyrèe Amato, figlia dell'una e sorella dell'altra, martedì scorso. A sparare il maresciallo della Guardia di Finanza Christian Sodano. Si tratta soltanto dell'ultimo (duplice) femminicidio avvenuto nel comune pontino.

Martina e Alessia Capasso, uccise dal padre carabiniere. Elisa Ciotti e Tiziana Zaccari, dai rispettivi mariti. Francesca Di Grazia e Martina Incioccati, madre e figlia, accoltellate dall'ex marito della donna. Sono stati nove in undici anni i femminicidi a Cisterna di Latina, a cui si aggiunge la tragica morte di Desirèe Mariottini, originaria di Cisterna, anche lei del quartiere di San Valentina, ma uccisa brutalmente in quello di San Lorenzo a Roma.

"È un bilancio tragico, quella di martedì scorso è stata l'ennesima tragedia che riguarda il comune di Cisterna di Latina", dichiara a Fanpage.it Valeria Campagna, consigliera nel capoluogo pontino di Latina e vicesegretaria regionale del Partito Democratico. Eppure nella provincia di Latina, la seconda più popolosa della regione Lazio dopo la città metropolitana di Roma, sportelli antiviolenza e case rifugio sono ancora troppo poche.

Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, uccise da Christian Sodano a Cisterna di Latina martedì 13 febbraio 2024.
Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, uccise da Christian Sodano a Cisterna di Latina martedì 13 febbraio 2024.

La situazione nella provincia di Latina: centri e sportelli antiviolenza

"Da oltre trenta anni Centro Donna Lilith opera nel territorio: gestisce una casa rifugio dal 2003; tre centri antiviolenza, uno a Latina, uno ad Aprilia e uno a Priverno e tre sportelli antiviolenza a Cori, Sermoneta e uno proprio a Cisterna di Latina. A questi si aggiunge un'altra struttura antiviolenza a Terracina. Poi più nulla.

"I fondi per altre strutture sono state stanziate nel bilancio del 2022, una nel sud pontino e un'altra proprio a Cisterna di Latina. I fondi sono stati stanziati più di un anno fa: ancora niente di fatto. E intanto continuano le chiamate al centro Donna Lilith, che soltanto l'anno scorso ha aiutato 300 donne che si erano rivolte alla struttura – spiega Campagna – Il nostro sogno è di poterle chiudere tutte prima o poi che non esista più violenza di genere. Nel frattempo dobbiamo incrementare la loro presenza, perché grazie alla loro rete e ai loro percorsi sono le uniche istituzioni in grado di aiutare donne e ragazze in difficoltà".

Il ruolo della regione Lazio: "Deve fare di più"

E poi aggiunge: "Purtroppo su questo tema registriamo un'inversione di rotta da parte dalla Regione Lazio e dalla giunta Rocca. Lo vediamo anche nei fondi che vengono stanziati: da 3 milioni nel 2022 a 400mila per il 2024. A livello comunale facciamo del nostro meglio, ma serve che si impegni anche la Regione".

Nel comune di Cisterna di Latina, ad esempio, con l'amministrazione di Valentino Mantini sono stati attivati diversi programmi sul tema della violenza di genere che partono dalla prevenzione e che vengono proposti nelle scuole. "Si tratta del protocollo Star – spiega – È una sorta di educazione sessuoaffettiva in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Provinciale che portiamo nelle scuole insieme alle forze dell'ordine per sensibilizzare e cercare di creare un cambiamento culturale. A questo si aggiunge anche il Patto educativo di comunità con le scuole che, oltre ad avere come ruolo primario la battaglia contro la dispersione scolastica, cerca di contrastare anche la violenza di genere. Anche in questo caso con attività di prevenzione".

Contrastare la violenza di genere

"Per questo credo che serva tanta prevenzione: soltanto così possiamo abbattere la violenza sulle donne e cercare di abbattere una società basata sul patriarcato. I ragazzi devono essere educati al rispetto – aggiunge ancora Campagna – A tutte le ragazze e alle donne che sanno di essere in difficoltà, invece, dico di denunciare. Parlatene con amiche, insegnanti, persone fidate. Non è facile, ma cercate aiuto. Non possono essere minimizzati il possesso, la gelosia, i controlli e non si devono giustificare. I centri antiviolenza sono ancora troppo pochi, ma ci sono, funzionano. E vi possono aiutare".

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