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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, sit-in per anniversario della scomparsa: “Verità e giustizia a 42 anni dal rapimento”

“Pretendiamo verità e giustizia”, le parole di Pietro Orlandi che conferma l’appuntamento in occasione dell’anniversario della scomparsa della sorella Emanuela il prossimo 21 giugno 2025.
A cura di Beatrice Tominic
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Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, in diretta su Instagram al presidio organizzato alla vigilia del 56esimo compleanno, a 40 anni dalla scomparsa.
Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, in diretta su Instagram al presidio organizzato alla vigilia del 56esimo compleanno, a 40 anni dalla scomparsa.
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Torna l'appuntamento per l'anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, che ricorre il prossimo 22 giugno 2025. "Ci ritroviamo anche quest'anno per continuare a pretendere verità e giustizia per Emanuela a 42 anni dal suo rapimento", è quanto ha scritto sui social il fratello Pietro Orlandi per dare la notizia del sit-in.

La conferma ufficiale è arrivata nel corso della giornata di lunedì 9 giugno 2025. "Ho avuto oggi conferma dalla Questura di Roma – ha scritto Pietro Orlandi in una nota sui social –  L'appuntamento è sabato 21 giugno 2025 a piazza Risorgimento, dalle ore 18 alle ore 20".

L'anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi

Quest'anno il tradizionale appuntamento per ricordare Emanuela Orlandi nell'anniversario della scomparsa è stato organizzato un giorno prima. Emanuela Orlandi, infatti, in realtà è stata rapita il 22 giugno del 1983. In quella tragica giornata, la ragazzina cittadina in Vaticano, appena quindicenne, è uscita di casa per raggiungere la scuola di musica Lodovico da Vittoria, vicina alla basilica di Sant'Apollinare. È arrivata in ritardo. Ha seguito il corso di canto corale. Poi è uscita, insieme ad altre compagne di corso. Secondo quanto riportato da alcune di loro, però, si sarebbe allontanata rispetto al gruppo.

Le dichiarazioni degli agenti davanti al Senato

Secondo quanto poi hanno dichiarato dal vigile urbano Alfredo Sambuco e da Bruno Bosco (poi riascoltato di recente anche dalla commissione bicamerale d'inchiesta, ndr), all'epoca era Sovrintendente capo della Polizia addetto alla sicurezza del Senato, Emanuela Orlandi si sarebbe trovata davanti al palazzo del Senato. Con lei ci sarebbe stato un ragazzo con una valigetta che era arrivato a bordo di una Bmw verde scura. Anche per quello i due agenti si ricordavano di lui: aveva lasciato l'automobile in divieto di sosta. Bosco si era avvicinato per redarguirlo, ma l'uomo gli ha risposto che avrebbe spostato subito la macchina.

Emanuela Orlandi e l'identikit. Secondo alcuni potrebbe assomigliare allo zio, Mario Meneguzzi, ma i testimoni non lo hanno mai identificato come la persona che si trovava con la ragazzina prima della scomparsa.
Emanuela Orlandi e l'identikit. Secondo alcuni potrebbe assomigliare allo zio, Mario Meneguzzi, ma i testimoni non lo hanno mai identificato come la persona che si trovava con la ragazzina prima della scomparsa.

L'uomo della Bmw con la valigetta dell'Avon

Secondo quanto spiegato da Bosco, non era la prima volta che vedeva Emanuela nella zona. In quella tragica giornata, però, l'aveva vista in compagnia dell'uomo, forse un trentacinquenne, alto circa un metro e 80 e longilineo, biondo con capelli radi su tempi e fronte e con un viso allungato. Secondo alcuni, dall'identikit fornito dai due agenti, l'uomo ricorderebbe lo zio della ragazza, Mario Meneguzzi. I testimoni, però, chiamati a rispondere, non lo hanno mai identificato. Con sé avrebbe avuto una valigetta dell'Avon.

Anche Sambuco, nel raccontare quei momenti, ha fatto riferimento alla valigetta di Avon, con prodotti cosmetici, nonostante non abbia riportato questo dettaglio nella sua ultima deposizione, nel 2002. Ad oggi, ha 42 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, resta sconosciuta l'identità dell'uomo.

"Sono io il ragazzo dell'Avon – è quanto dichiarato in tempi recenti da Marco Accetti, approfittando probabilmente della mancanza di informazioni sul momento della scomparsa – C'era anche De Pedis". Parole che non trovano smentita né conferma: da 42 anni le certezze sono poche. La strada per comprendere quanto accaduto a Emanuela Orlandi resta ancora lunga, ma un passo alla volta la verità si avvicina.

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