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“È solo febbre alta” ma muore. Nuove indagini sui soccorritori che non lo portarono in ospedale

La gip ha disposto nuove indagini sulla morte di Daniele Furnaro. Ha chiamato due volte l’ambulanza, la prima i soccorritori credendo fosse solo febbre non lo hanno trasportato in ospedale.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto d'archivio
Foto d'archivio

La giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma ha disposto nuove indagini sulla morte di Daniele Furnaro, il parrucchiere quarantasettenne che si è sentito male, ha chiamato l'ambulanza, ma non è stato ricoverato. Come riporta La Repubblica, l'obiettivo degli accertamenti a distanza di quasi tre anni è far luce sull'operato del 118. I soccorritori, diagnosticandogli "solo un po' di febbre alta" non lo hanno portato in ospedale. Ma le sue condizioni di salute sono peggiorate nell'arco di breve tempo fino a condurlo al decesso.

Da verificare le responsabilità a carico dei soccorritori

Dopo un secondo intervento dell'ambulanza e l'accesso al Policlinico Casilino, è deceduto nelle ore successive. Per la vicenda la Procura aveva chiesto l'archiviazione, che la giudice Clementina Forleo ha respinto, a favore di nuove indagini. La gip vuole capire se dietro alla morte di Daniele sussistano responsabilità di imprudenza o imperizia a carico dei soccorritori, che alla prima chiamata dell'ambulanza non lo hanno trasportato in ospedale, sottovalutando lo stato in cui si trovava.

Daniele è morto per una setticemia

I fatti risalgono a gennaio 2020, quando Daniele non si sentiva bene e ha chiamato il 118, chidendo l'intervento di un'ambulanza. Secondo quanto ricostruito i soccorritori lo hanno visitato a casa, senza ritenere necessario il trasporto in ospedale in quanto per loro, il paziente aveva "solo febbre alta" e non serviva. La temperatura però non è scesa e il quarantasettenne ha chiesto l'intervento di una seconda ambulanza. Stavolta i sanitari lo hanno portato al pronto soccorso. Le sue condizioni di salute sono progressivamente peggiorate, fino al decesso, che è sopraggiunto in poche ore. Dagli esami autoptici è emerso che ad uccidere Daniele sarebbe stata la sindrome di Waterhouse, un'insufficienza surrenalica acuta associata a setticemia.

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