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Dietro la vendita dei Green Pass falsi su Telegram, uno studente 17enne legato agli hacker russi

Grande lo stupore degli agenti della Polizia Postale quando hanno scoperto che l’hacker altri non era che uno studente di Rieti di soli 17 anni. In tutto il giovane aveva accumulato oltre 20mila euro dalla vendita di Green Pass falsi: le indagini sono partite dalla denuncia di una modella genovese alla ricerca di un certificato contraffatto, ricattata dal 17enne.
A cura di Natascia Grbic
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Era diventato il punto di riferimento in Italia di un gruppo di hacker russi specializzati in crimini informatici. Che, visto il periodo, si erano buttati nella creazione di Green Pass falsi. Quando gli investigatori della sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale lo hanno individuato e trovato, non hanno però inizialmente creduto ai loro occhi: il truffatore informatico in contatto con gli hacker russi non era un adulto navigato e abituato a stare negli ambienti criminali, ma uno studente di Rieti di soli 17 anni dalle evidentemente non comuni capacità informatiche. Le indagini, che hanno preso uno sviluppo transnazionale, stanno proseguendo.

Le indagini sono cominciate quando una ragazza è andata al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Liguria di Genova per denunciare una truffa. La giovane, che lavorava come modella, non si era vaccinata, ma voleva andare in palestra. Per farlo, aveva però bisogno del Green Pass. Per questo aveva scritto in uno dei tanti canali Telegram che propongono delle certificazioni false, che vengono mandate dopo il pagamento di una somma, che in genere va dai 150 ai 350 euro. La ragazza ha mandato i 150 euro all'hacker, che però non solo non le hai mai inviato il Green Pass, ma l'ha anche cominciata a ricattare. "Se non mi mandi altri soldi ti denuncio", le ha detto. La ragazza però è andata alla polizia, facendo scattare le indagini che hanno portato al giovanissimo studente di Rieti.

Gli investigatori della Polizia postale hanno individuato lo studente dopo una complessa attività di indagine. È emerso che il ragazzo gestiva direttamente diversi canali Telegram su cui erano venduti i certificati contraffatti. Dopo aver ricevuto la richiesta dell'utente, passava i dati all'hacker russo, che forniva le indicazioni su some procedere al pagamento. Ma i documenti dell'utente non erano usati per fabbricare il Green Pass: il gruppo di criminali li usava per aprire conti online, carte di credito, account presso piattaforme di ecommerce, o per compiere altri reati. Lo studente di Rieti, date le continue richieste di Green Pass falsi, in pochi mesi ha accumulato oltre 20mila euro, investiti in cryptomonete e in applicazioni BOT per moltiplicare i gruppi di Telegram con utenti fake. Gli agenti hanno sequestrato moltissimo materiale elettronico costoso, vestiti firmati e prodotti di bellezza comprati dal giovane probabilmente con i soldi dei Green Pass falsi. All'oscuro di tutto i genitori, che pensavano il figlio vendesse giochi online.

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