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Derubata mentre sta partorendo in ospedale: l’infermiere ladro scappa con l’Ipad

Un infermiere dell’ospedale Santo Spirito di Roma è accusato di aver rubato un Ipad a una donna mentre quest’ultima si trovava in sala parto. L’accusato, tuttavia, continua a smentire questa ricostruzione: secondo lui chi ha presentato la denuncia, il marito della donna, lo ha confuso con un’altra persona, forse un addetto delle pulizie.
A cura di Enrico Tata
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La paziente entra in sala parto e l'infermiere si intrufola nella sua stanza per frugare tra i suoi effetti personali. Poi scappa con un Ipad nuovo da rivendere. Un dipendente dell'ospedale Santo Spirito di Roma è finito a processo per questi fatti avvenuti, riporta il Messaggero, il 16 gennaio del 2014. "Al fine di trarne profitto, l'infermiere si impossessava di un dispositivo elettronico approfittando della circostanza che la donna fosse stata trasferita in sala parto abusando della qualità di operatore sociosanitario", si legge nella ricostruzione dei pm. Il marito della donna l'ha notato mentre si aggirava con fare furtivo nella stanza della moglie e così ha deciso di sporgere denuncia. A processo è finito anche un uomo di 38 anni, accusato di favoreggiamento: è lui, infatti, l'uomo a cui è stato venduto l'Ipad. Per cercare di mascherare questa vendita, il 38enne ha raccontato di avere comprato il dispositivo in un negozio gestito da uno straniero. La procura non ha creduto a questa versione e i pm sono convinti che abbia acquistato l'Ipad direttamente dall'infermiere. L'accusato, tuttavia, continua a sostenere che non è stato il dipendente dell'ospedale a venderglielo.

Anche l'infermiere, inoltre, ha presentato un'altra versione dei fatti: il presunto ladro, infatti, sarebbe stato in sala parto per tutto il tempo del travaglio e avrebbe assistito la donna insieme ai colleghi, poiché quel giorno era di turno. Questa versione, tra l'altro, sarebbe stata confermata anche da alcuni medici e infermieri dell'ospedale. Tutti hanno riferito infatti al giudice di aver lavorato in quelle ore sempre a stretto contatto con l'accusato. Per questo la tesi dei suoi legali è che il marito della donna l'abbia scambiato per un'altra persona, forse un addetto delle pulizie, dato anche il comprensibile stato emotivo dell'uomo legato alla nascita di suo figlio. La sentenza è attesa il 9 settembre.

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