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D’Amato: “Il governo deve ‘restituire’ al Lazio 100.000 dosi di vaccino anti Covid”

L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato chiede al governo di “restituire” 100.000 dosi al Lazio ribadendo come siano stati vaccinati moltissimi cittadini che hanno cambiato domicilio per ricevere prima il siero, oltre al personale diplomatico straniero e agli italiani di rientro dall’estero.
A cura di Redazione Roma
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Torna a lanciare l'allarme sulle scorte di vaccini Alessio D'Amato. L'assessore della Regione Lazio in particolare chiede al Governo di ‘restituire' i vaccini che vengono inoculati a cittadini non residenti nel Lazio, come il "personale diplomatico straniero o gli italiani che vivono all'estero e sono rientrati a Roma". A cui si aggiungono secondo l'assessore "tutti quelli che hanno chiesto il domicilio nel Lazio perché qui vengono vaccinati prima". Un'allarme già lanciato alcuni giorni fa dal governatore Nicola Zingaretti – che aveva parlato di "turismo vaccinale"–  e ora rilanciato in un'intervista rilasciata al Messaggero. Ma di quante dosi parliamo? Secondo D'Amato addirittura di 100.000 dosi.

"Abbiamo prenotazioni per oltre 2 milioni di somministrazioni, ma al momento ci hanno confermato poco più di un milione di dosi. Non vogliamo far slittare nulla. Certo, se non c’è un’inversione di tendenza sulle forniture, dovremo rallentare, rivedere i tempi e i traguardi che ci siamo preposti. Per esempio a maggio vogliamo completare i 70enni e fare il grosso dei 60enni", spiega D'Amato. L'assessore fa il quadro di quello che accadrà nel prossimo mese e mezzo quando "1,3 milioni di persone dai 60 anni in su hanno fissato un appuntamento". "A questi vanno sommati i 600mila laziali che devono ricevere il richiamo con AstraZeneca", e le nuove classi di età che potranno vaccinarsi a partire dai prossimi giorni e i cittadini tra i 50 e i 59 anni con patologie che potranno prenotarsi da oggi.

D'Amato: "AstraZeneca e Johnson anche per gli under 60"

D'Amato chiede più trasparenza al governo, chiedendo che vengano "rese pubbliche le reali forniture di AstraZeneca e Johnson&Johnson", e che le forniture a disposizione vengano rese pubbliche con 45 giorni di anticipo. Inoltre l'assessore insiste sulla possibilità di rivedere il tetto di età di somministrazione proprio per AstraZeneca e Johnson&Johnson, chiarendo che da maggio gli under 60 che vorranno potranno vaccinarsi anche con questi due vaccini senza aspettare.  "Si deve riconsiderare il tetto dell’età per AZ e J&J. È solo una raccomandazione l’utilizzo sopra i 60 anni, ma se l’Aifa la rivedesse, daremo Johnson&Johnson a un milione di persone».

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