Dai 7 ai 10 minuti di attesa per la metro B a Roma: l’agonia dei pendolari che devono andare al lavoro

Fanpage.it raccoglie testimonianze di persone che fanno fatica a spostarsi a Roma con il trasporto pubblico. Se sei tra coloro che ogni giorno vivono ritardi, tratte cancellate, mezzi sovraffollati e disservizi quotidiani per raggiungere il posto di lavoro, l'università, o che semplicemente trovano impossibile spostarsi in città, scrivici a segnalazioni@fanpage.it e racconteremo la tua esperienza. In modo da far emergere la voce di tutte quelle migliaia di cittadini che vorrebbero vedere le cose cambiare.
Banchina di Rebibbia, ore 8.35. "Signora si vuole sedere?". "No non si preoccupi, tanto ora passa la metro". "Se spera". Questa che avete appena letto è una delle tante conversazioni che ogni giorno, a qualsiasi ora, si tengono tra le persone in attesa che passino i treni della linea B della metropolitana. Un'attesa che in genere dura dai sette ai quasi dieci minuti, anche nelle ore di punta. Il risultato? Banchine piene di pendolari che non sanno se riusciranno a prendere il treno e arrivare in tempo al lavoro, convogli stipati all'inverosimile e viaggi da incubo. D'estate c'è poi la combo ‘aria condizionata rotta' che potrebbe interferire e rendere il tutto ancora più problematico.
Spostarsi a Roma con i mezzi pubblici non è mai stata una passeggiata. Da decenni i romani si lamentano della qualità del servizio. Se al centro di Roma le cose vanno meglio, con la linea A che passa a intervalli che vanno dai due ai quattro minuti, in periferia vige lo sconforto. Nelle tratte in comune tra la B e la B1 si aspetta una media di quattro/cinque minuti a treno. In quelle non in comune l'attesa va dai sette ai dieci. A chi non prende la metropolitana potrebbe sembrare un tempo non eccessivo: ma Roma è una città che durante il giorno si riempie di pendolari che vengono anche dai comuni limitrofi per raggiungere il posto di lavoro (nel 2023 sono stati stimati in circa 357.211). Per non parlare dei residenti che già sono un numero considerevole.
Chi scrive prende regolarmente la metropolitana ogni giorno per andare al lavoro, facendo un viaggio da Rebibbia a Castro Pretorio. Un viaggio che dovrebbe essere agile e breve e che invece la metà delle volte causa problemi, facendomi arrivare in ritardo dovunque debba andare (a meno che non esca di casa con esagerato anticipo). Non è una situazione sporadica: quasi ogni giorno, a parte qualche colpo di fortuna, devo aspettare la metro un tempo lunghissimo. Tutto questo rende gli spostamenti un terno al lotto e una fatica colossale. Qui siamo oltre il disagio individuale: parliamo di qualità della vita e di quello che dovrebbe essere considerato un servizio pubblico essenziale. E questa non può essere considerata la normalità.