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Cucciolo di cane Labrador ucciso a calci: 50enne rischia il linciaggio

Un cinquantenne ha rischiato il linciaggio ed è stato salvato dagli agenti della Polizia di Stato, dopo aver ucciso a calci un cucciolo di Labrador in strada in piazza Saxa Rubra, zona Prima Porta a Roma. Oipa: “Pene troppo lievi per i reati contro gli animali, serve modifica del codice penale”.
A cura di Alessia Rabbai
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Ucciso a calci. È la triste storia di un cucciolo di Labrador vittima di un episodio di violenza, che si è verificato lo scorso venerdì 11 giugno in piazza Saxa Rubra, zona Prima Porte a Roma. Secondo le informazioni apprese autore del gesto è un cinquantenne senzatetto che, al culmine di una lite nata per futili motivi, ha sfogato la sua rabbia contro il cane, prendendolo a calci. Colpi di una violenza inaudita, scagliati in maniera talmente brutale, che ne sono bastati pochi ad ucciderlo, sotto agli occhi del padrone. La scena si è svolta davanti ad alcuni passanti, che hanno provato a fermarlo, ma il cucciolo è morto subito, inutili i soccorsi e ogni intervento dal veterinario. Il cinquantenne ha rischiato il linciaggio, a salvarlo dall'ira dei presenti gli agenti del Commissariato di Villa Glori e Ponte Milvio, che sono prontamente intervenuti e hanno allontanato l'uomo che è stato poi denunciato.

"Pene esigue per i reati contro gli animali"

Sulla vicenda l’organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) si è costituita parte civile. "I reati contro gli animali sono puniti con pene troppo esigue e nessuno finisce in carcere, neanche per i casi più gravi – commenta l'accaduto la delegata dell’Oipa di Roma, Rita Corboli – Le sanzioni vanno inasprite, affinché siano un vero deterrente contro il loro maltrattamento". Oipa ha partecipato ai lavori per la modifica del Codice penale affinché i reati contro chi maltratta gli animali siano puniti più duramente ed è in discussione in Commissione Giustizia del Senato un disegno di legge che vorrebbe rafforzare la tutela giuridica degli animali sotto vari profili. "La legge propone di modificare l’art. 544 bis portando la pena da uno a cinque anni, cui si aggiungerebbe per il colpevole una multa dai 5 mila ai 50 mila euro – spiega Claudia Taccani – responsabile dello Sportello legale dell’Oipa – Per quanto riguarda il maltrattamento, la pena potrebbe invece variare da un minimo di tre mesi a un massimo di tre anni e una multa".

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