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Covid 19

Coronavirus, per la prima volta nel Lazio il rischio scende da alto a moderato: cosa significa

Pubblicate nuove tabelle pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità che fanno riferimento ai dati dei 21 indicatori scelti per misurare e valutare l’andamento dell’epidemia da coronavirus nel nostro Paese. Il Lazio passa per la prima volta da ‘alto’ a ‘moderato’ nella ‘classificazione complessiva del rischio’.
A cura di Enrico Tata
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Nel Lazio per la prima volta il rischio complessivo nella valutazione dell'andamento dell'epidemia da coronavirus passa da ‘alto' a ‘moderato'. Lo ha annunciato oggi l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, che nel corso di una conferenza stampa insieme al presidente Nicola Zingaretti ha dichiarato: "In questa settimana abbiamo avuto la conferma che nel Lazio l'Rt è pari allo 0,88, per cui è stabile e soprattutto la forchetta è a un livello di coerenza per cui il valore più alto e quello più basso sono sotto la soglia e questo è un valore molto importante. L'incidenza su 100mila abitanti e i trend dei casi assoluti e dei focolai è in discesa, per cui la classificazione complessiva del rischio per la prima volta passa da rischio alto a moderato e questo è importante e coerente con uno scenario di trasmissione pari a 1″.

I nuovi dati degli indicatori dell'Iss

L'assessore fa riferimento alle nuove tabelle pubblicate dall'Istituto Superiore di Sanità che fanno riferimento ai dati dei 21 indicatori scelti per misurare e valutare l'andamento dell'epidemia da coronavirus nel nostro Paese. I nuovi dati sono calcolati sulla settimana compresa tra il 16 e il 22 novembre. In primo luogo il tasso di incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti (misurato su 14 giorni) è uno dei più bassi in Italia: nel Lazio è pari a 573 casi ogni 100mila abitanti, mentre, per esempio, in Lombardia è pari a 1005 e in Campania a 733. Nel Lazio è in diminuzione sia il numero complessivo dei nuovi casi di coronavirus (meno 0,5 per cento) che il numero dei focolai attivi. La classificazione complessiva del rischio, quindi, come detto, passa da ‘alto' a ‘moderato'.

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Ancora alto il tasso di occupazione delle terapia intensive nel Lazio

I parametri sul tracciamento dei contagi, sul rapporto casi positivi – tamponi e sulla capacità di resilienza del sistema sanitario, come nelle altre rilevazioni, sono ottimi per quanto riguarda la regione amministrata da Zingaretti. Questi sono alcuni tra i parametri per cui, anche secondo il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, i dati del Lazio sono stati sempre in controtendenza rispetto a molte altre regioni: "La situazione nel Lazio è stata in controtendenza: abbiamo aggredito il virus con una campagna tenace sul territorio e siamo stati capaci di stanarlo". L'indice Rt, l'indice di contagiosità del virus, è stabilmente sotto la soglia di sicurezza pari a 1 (0.88 nell'ultima rilevazione) e questo significa che l'epidemia non è in fase espansiva. Gli unici indicatori che preoccupano (ma sono bilanciati dal fatto che, per l'appunto, i contagi stanno lentamente rallentando) sono quelli relativi al tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva e dei posti ospedalieri ordinari, entrambi sopra il livello critico: nel Lazio è occupato il 52 per cento dei posti ordinari e il 37 per cento dei posti in terapia intensiva.

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