Confezionavano nuove droghe a base di metadone e codeina: pusher e clienti erano minorenni

Non più cocaina, ecstasy, e lsd. Ma ossicodone e metadone diluiti in acqua o altre bevande, mescolati con morfina e codeina. Si tratta di farmaci generalmente usati per alleviare i dolori dei malati terminali e per curare le persone che soffrono di depressione. Tra questi, quello più conosciuto è il metadone, che viene preso dalle persone che devono sconfiggere la dipendenza da eroina. L'effetto di questi farmaci mischiati è chiamato dai giovani ‘New Joint': più potente dell'eroina, dà una sensazione di forte intorpidimento. E, a lungo andare, provoca danni neurologici e una forte dipendenza. Questo mix di droghe, pubblicizzato da alcuni sui social network, è diventato tristemente famoso dopo la morte di Flavio e Gianluca, i due quindicenni deceduti dopo aver assunto metadone mischiato forse con codeina.
Arrestati tre minori, nove denunciati
Nei primi giorni di luglio gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Prati hanno dato esecuzione a tre ordinanze di collocamento in comunità per tre ragazzini minorenni, e denunciato altre nove ragazzi, tutti molto giovani. Alcuni dei loro clienti abitano nei residenziali e benestanti quartieri di Roma Nord. Nonostante l'età, i ragazzi avevano organizzato un vero e proprio sodalizio criminale volto ad acquistare i farmaci tramite false ricette, e a vendere poi i mix di sostanze. Ad acquistare la droga erano soprattutto giovanissimi, ragazzi minorenni che volevano provare l'effetto New Joint tanto decantato da alcuni trapper sui social network. Ma la banda non si limitava alla vendita al dettaglio, spedendo all'estero le sostanze grazie alla velocità e alla praticità dei pacchi trasportati dai corrieri.
L'acquisto dei farmaci tramite finte ricette
Non è semplice acquistare i farmaci usati per creare il mix di droghe. Si tratta, come detto, di sostanze molto pesanti che possono causare una forte dipendenza e che per questo sono vendute solo dietro ricetta medica. I ragazzi però, erano riusciti a falsificare le ricette mediche con falsi timbri. I nomi dei dottori scritti sul documento o erano falsi o presi a caso dall'elenco telefonico. Alcune ricette erano state rubate a casa, a genitori che lavorano in ambito sanitario. E così, grazie all'aiuto di maggiorenni, le andavano ad acquistare in farmacia. Dalle indagini sono emersi nuovi metodi di comunicazione per l'acquisto e l'identificazione della droga. Il depalgos, ad esempio, veniva chiamato ‘perk', e c'è voluto un po' di tempo agli agenti per decifrare questo nuovo slang. Numerosi i clienti dei ragazzini, per la maggior parte minori residenti nei quartieri residenziali.