Con il femore rotto viene dimesso dall’ospedale e muore: due medici a processo

Due medici sono finiti a processo e dovranno rispondere davanti ai giudici dell'accusa di omicidio colposo in concorso per la morte di Aldo Scione. Si tratta della radiologa quarantunenne della casa di cura Sant'Anna di Pomezia e dell'ortopedico sessantacinquenne dell'ospedale di Anzio, che il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Velletri Emiliano Picca ha rinviato a giudizio, come richiesto dalla Procura. Entrambi avrebbero avuto una condatta caratterizzata da negligenza e imperizia, causando di fatto la morte del paziente. La data d'inizio del processo è stata fissata al 15 novembre 2022.
I fatti risalgono al dicembre del 2016 e Aldo Scione, sessantaquattrenne originario di Ardea si era recato all'ospedale di Pomezia lamentando dei dolori, dopo una caduta che gli aveva causato la rottura di uno dei due femori. Ma all'ospedale non se ne sarebbero accorti, dimettendolo con la sola prescrizione di tachipirina. Un comportamento dettato da negligenza e imperizia, che avrebbe complicato le condizioni del paziente, il quale con il passare del tempo si sarebbe aggravato.
I dolori sono continuati nei giorni successivi, il 21 dicembre è tornato al pronto soccorso, questa volta ad Anzio, dove i medici hanno riconosciuto la frattura e lo hanno sottoposto ad un intervento chirurgico. Durante l'operazione il paziente sarebbe rimasto vittima di un secondo errore, in quanto una vita sarebbe stata posizionata in maniera scorretta. Quindi è stato sottoposto ad una seconda operazione, a seguito della quale ha contratto una bronchite, un'infezione alla gamba, il coma diabetico e la polmonite bilaterale. Le sue condizioni di salute sono così precipitate, fino al decesso.