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Collettivi della Sapienza in corteo: “Contro di noi hanno schierato la Digos, come fossimo criminali”

Gli studenti dei collettivi dell’Università La Sapienza sono scesi in piazza per manifestare chiedendo “una nuova università in una nuova società”.
A cura di Enrico Tata
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Dopo gli scontri con la polizia del 25 ottobre, gli studenti dei collettivi della Sapienza sono scesi in piazza per manifestare chiedendo "una nuova università in una nuova società". "È tempo di cambiare rotta", lo slogan dei manifestanti, che hanno più volte segnalato al megafono un clima di "repressione nei confronti di chi segnala le carenze del sistema universitario". In particolare gli studenti hanno chiesto più risorse per la ristrutturazione degli edifici dell'ateneo, più spazi per lo studio e più sostegni alle spese universitarie. "Quando abbiamo protestato hanno schierato la Digos come se fossimo criminali", hanno sottolineato più volte i ragazzi. "Sicuramente la risposta che ci hanno dato la rettrice e la polizia è fuori da ogni ragione, siamo stati picchiati solo perché volevamo attaccare uno striscione", ha spiegato una studentessa. In piazza c'erano un centinaio di giovani dei collettivi della Sapienza e di altri atenei, ma anche aderenti ad associazioni esterne al mondo accademico come Non una di meno e Gkn.

"Quella di oggi è una tappa di una mobilitazione che non finisce qui, siamo solo all'inizio di una mobilitazione che parla agli studenti e propone un modello di un'università incentrato sugli studenti. L'obiettivo è continuare la mobilitazione iniziata due settimane fa, a seguito di un evento esplicitamente molto repressivo da parte dell'ateneo e del governo. Contestiamo la presa di posizione di destra dell'ateneo e la repressione del dissenso verso una specifica componente studentesca e verso una parte della società", ha dichiarato all'agenzia Agi Susanna Cammarota del Collettivo di Giurisprudenza. Il prossimo appuntamento per gli studenti è la mobilitazione nazionale del prossimo 18 novembre.

Un altro tema contestato oggi dagli studenti è la nuova norma sui rave party. "Secondo quella legge noi oggi saremmo illegali", dicono in molti. "Oggi forse siamo già troppi, potremmo essere un rave", ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it una studentessa di Antropologia. "Si tratta di un forma repressiva", ha affermato un altro studente.

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