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Cimiteri romani al collasso, Ama: “Stop alle cremazioni, 1500 salme in attesa”

Ama ha fatto sapere con una nota ufficiale indirizzata agli operatori funebri che al cimitero Flaminio verranno accettate al massimo 200 salme per la cremazione ogni settimana. Se questo limite verrà superato, “per ogni richiesta eccedente, si dovrà optare per una cremazione in impianti fuori dal territorio di Roma Capitale oppure per una diversa forma di seppellimento”.
A cura di Enrico Tata
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Il coronavirus ha provocato in questi mesi un aumento significativo delle morti a Roma e i cimiteri della Capitale sono ormai al collasso, soprattutto per quanto riguarda le cremazioni. I forni non riescono ad esaudire tutte le domande per ridurre in cenere i cadaveri e al momento, ha rivelato a Fanpage.it Natale Di Cola, Cgil Roma e Lazio, ci sono circa 1500 salme in attesa in container frigoriferi. Ama ha fatto sapere con una nota ufficiale che al cimitero Flaminio verranno accettate al massimo 200 salme per la cremazione ogni settimana. Se questo limite verrà superato, "per ogni richiesta eccedente, si dovrà optare per una cremazione in impianti fuori dal territorio di Roma Capitale oppure per una diversa forma di seppellimento".

Salme trasferite fuori Roma o inumate d'ufficio

Le salme per cui non sia stata espressa un'altra forma di seppellimento entro cinque giorni dall'entrata nel cimitero Flaminio saranno inumate d'ufficio, "con relativo addebito di suddetta operazione". Alla luce di quanto scritto, chiede Ama alle agenzie funebri, "vi invitiamo a informare le famiglie dei defunti affinché al momento del funerale possano operare scelte consapevoli in ordine alle modalità di seppellimento richieste o da richiedere". Se il cadavere dovesse essere cremato fuori Roma il costo al momento sarebbe di 260 euro per il trasferimento e 170 per i diritti di uscita. Spetta a Roma Capitale, eventualmente, abolire tali tariffe e non ad Ama.

L'aumento dei morti a Roma

L'azienda che gestisce i cimiteri capitolini ricorda che nel mese di novembre sono morte poco meno di 4mila persone, il 63 per cento rispetto a quelle registrate nello stesso mese del 2019. Si tratta del numero più alto di morti mai registrato a Roma (il primato spettava fino ad ora a gennaio 2017 con 3788 decessi). I limiti massimi del forno crematorio del cimitero Flaminio sono stati raggiunti e negli ultimi mesi il forno ha effettuato in media 380/390 cremazioni a settimana. Nonostante l'incremento di disponibilità dei posti, al momento presso la camera mortuaria del cimitero ci sono 1500 salme e oltre 200 resti mortali in attesa di cremazione.

Di Cola: "Nessuna cremazione per chi muore tra giovedì e sabato"

Sulla vicenda è intervenuto il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola: "Se una persona muore tra giovedì e sabato non ha il diritto di essere cremata – commenta all'agenzia Dire – Ama invece di trovare soluzioni strutturali e richiamare l'amministrazione capitolina alle sue responsabilità, fa pagare il prezzo ai cittadini imponendo il numero chiuso alle cremazioni e trasformando un diritto in una lotteria". La colpa, sostiene il sindacalista, non è da attribuire alla pandemia in corso: "Se il Campidoglio avesse mantenuto gli impegni e realizzato quanto stabilito nella delibera di giunta di agosto 2017, che stabiliva la costruzione di quattro nuovi forni, oggi non avremmo alcuna emergenza, anche con l'aumento della mortalità degli ultimi mesi".

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