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Chiuso un locale a Cipro: c’erano escrementi di topo e cibo scaduto

Chiusura del locale in zona Cipro e multa di 8mila euro al titolare è il bilancio di un’attività svolta da carabinieri del Nas di Roma, vigili urbani e Asl.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Escrementi di topo sul pavimento, cibo conservato male o scaduto che veniva utilizzato per preparare i piatti per i clienti. Sono le gravi irregolarità emerse dai controlli svolti in un locale in zona Cipro. I carabinieri del Nucleo Antisofisticazione (Nas) di Roma insieme agli agenti della polizia locale di Roma Capitale e alla Asl lo hanno chiuso e il titolare ha ricevuto una multa di 8mila euro. Le violazioni riguardano inoltre anche l'ambito della sicurezza in quanto le uscite d'emergenza da utilizzare in casi eccezionali e di potenziale pericolo erano bloccate e dunque di fatto inutilizzabili. Su questo aspetto sono ancora in corso accertamenti di tipo amministrativo.

Il locale era in pessime condizioni igieniche

I fatti risalgono ai giorni scorsi e si sono verificati in uno dei locali del centro storico, a poca distanza da San Pietro. Un controllo che fa parte del lavoro quotidiano delle forze dell'ordine per la tutela e la sicurezza del consumatore. Secondo le informazioni apprese vigili urbani del I Gruppo Prati e militari dell'Arma durante una verifica all'interno del locale hanno scoperto che il titolare ha commesso delle violazioni sulla gestione dell'attività e sul servizio offerto al pubblico. Entrati al suo interno hanno notato il pavimento sporco, c'erano escrementi di topo ed in generale, il locale era in condizioni igienico-sanitarie pessime. Solo questo aspetto lo avrebbe comunque portato alla chiusura.

Il cibo era mal conservato o scaduto

Una volta giunti in cucina, dai controlli è emerso inoltre che il cibo che c'era e che veniva usato per preparare i piatti sul menù richiesti dai clienti, era conservato male oppure addirittura scaduto. Ciò poteva essere potenzialmente pericoloso per la loro salute, perché avrebbe potuto farli sentire male. La Asl di competenza territoriale dopo aver preso visione delle violazioni riscontrate dalle forze dell'ordine ha emesso il provvedimento di chiusura dell'attività, per tutelare la salute del consumatore.

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