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Chiusa Villa Pamphilj dopo un cigno morto: focolaio d’influenza aviaria tra le anatre

Un cigno morto ha destato i sospetti della Asl ed è stata rinvenuta la presenza dell’influenza aviaria nel Laghetto del Giglio. Una parte di Villa Pamphilj è stata temporaneamente chiusa.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto del gruppo Facebook Associazione Villa Pamphilj
Foto del gruppo Facebook Associazione Villa Pamphilj

Chiusa Villa Pamphilj. La chiusura è scattata in via precauzionale con un'ordinanza firmata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, su richiesta del Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma3 – UOC Sanità animale e Igiene degli Allevamenti. La parte chiusa di Villa Pamphilj è quella ad Est di Via Leone XIII, dove si trova il laghetto del Giglio. A rendere noto il provvedimento è stato l'assessorato all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale. A far scattare la chiusura della villa è stata la morte di un cigno, o meglio, della cigna Orietta, rispetto alla quale gli esami hanno confermato la presenza del virus l'influenza aviaria, con un focolaio che si è diffuso tra le anatre selvatiche. Si tratta del sottotipo H5N1 ad alta patogenicità.

Influenza aviaria nel Laghetto del Giglio di Villa Pamphilj

Il provvedimento rispetto a aVilla Pamphilj è arrivato dopo il rinvenimento del cigno morto trovato sabato scorso dai vigili del fuoco del nucleo Nbcr e recuperato insieme agli agenti del XII Gruppo Polizia Roma Capitale ed Asl veterinaria. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma il 26 novembre scorso ha comunicato la presenza di una positività al virus dell'influenza aviaria nelle specie avicole presenti proprio nel Laghetto del Giglio. Conferma che è poi arrivata con la comunicazione del 28 novembre del Centro di Referenza per l'influenza aviaria e da parte dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Il recupero del cigno morto
Il recupero del cigno morto

Alfonsi: "Non ci sono rischi per il consumo di pollame e uova"

"La chiusura parziale del Parco è stata disposta in via precauzionale per un periodo di dieci giorni o comunque per il tempo occorrente per eseguire gli accertamenti utili a escludere ogni ulteriore diffusione del virus verso l'esterno da parte di visitatori e consentire il corretto svolgimento degli ulteriori interventi ritenuti necessari – spiega l'assessora all'Ambiente Sabrina Alfonsi – Va precisato che il rischio biologico è limitato alla sola possibilità di veicolare meccanicamente il virus, da qui le ragioni del provvedimento adottato oggi, mentre non ci sono rischi per il consumo di carne di pollame e uova".

Il focolaio di influenza aviaria ad Ostia

Un focolaio di influenza aviaria si era sviluppato a inizio novembre in un allevamento avicolo ad uso non commerciale ad Ostia Antica. A destare i sospetti sulla presenza dell'infezione in quel frangente è stata una "mortalità anomala" e a seguito dei controlli "è stato rilevato un caso di virus in campioni di volatili". Precedenti focolai in passato hanno riguardato Tivoli nel novembre del 2017.

D'Amato: "Situazione sotto controllo"

“I servizi veterinari della Asl Roma 3 hanno provveduto a segnalare all’Amministrazione comunale la notifica di un caso conclamato di influenza aviaria presso il laghetto di Villa Pamphilj – commenta la vicenda l'assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato – L’interdizione dell’area è una disposizione a livello precauzionale e verrà monitorata dai servizi veterinari della Asl e dell’Istituto Zooprofilattico creando così una zona attenzionata. Tutti i servizi veterinari del Lazio sono da giorni in stato di preallerta dovuta ai casi rilevati a Ostia Antica. Non c’è alcuna limitazione per quanto riguarda l’utilizzo alimentare di uova e pollame. La situazione è sotto controllo e continuamente monitorata".

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