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Covid 19

Cardiologia al San Camillo è aperta, il direttore: “Attività rimodulate per Covid ma nessuno stop”

Il reparto di Cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma rimodula le attività ma resta aperto, senza alcuna interruzione del servizio. A chiarirlo il direttore generale Fabrizio d’Alba, che ha spiegato come al momento solo un medico è assente per coronavirus. Magi sottolinea l’importanza di garantire le prestazioni anche ai pazienti non Covid.
A cura di Alessia Rabbai
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(La Presse)
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"Attività rimodulate ma nessuna chiusura all'ospedale San Camillo di Roma, nonostante le difficoltà relative all'emergenza coronavirus, il reparto di Cardiologia resta operativo, senza alcuna interruzione del servizio". A renderlo noto Fabrizio d'Alba, direttore generale del San Camillo: "Ad oggi risulta essere solo uno il cardiologo assente per Covid". L'ospedale ha smentito la notizia diffusa a mezzo stampa di una presunta chiusura di Cardiologia e del rinvio delle operazioni non urgenti. In questa fase dell'emergenza il San Camillo è il punto di riferimento per la Cardiochirurgia degli ospedali romani, intorno al quale ruotano il Policlinico Umberto I e Tor Vergata e dove vengono destinati i pazienti.

Magi: "Bisogna garantire assistenza anche a pazienti non Covid"

All'ospedale San Camillo di Roma a ieri erano ricoverati 130 pazienti Covid e si attende un aumento per le prossime settimane. Una situazione quella che stanno vivendo gli ospedali romani, in continua evoluzione, con la rimodulazione dei posti letto e la richiesta di personale che vada a sostituire o a potenziare quello già in servizio. L'attenzione è alta in vista dell'arrivo dell'influenza stagionale: "Ci troviamo di fronte a un’emergenza nell’emergenza – commenta a Il Messaggero Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma – i numeri sul personale sono quelli che sono ma bisogna dare assistenza anche a chi non rientra nella categoria dei malati Covid o in quella delle urgenza extra virus, perché rischiamo di portare in condizioni acute decine di pazienti cardiopatici. Per quanto riguarda il personale – conclude Magi – si potrebbero aumentare le ore di lavoro da 20 a 38 settimanali agli specialisti – cardiologi compresi – che lavorano negli ambulatori delle Asl".

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