Chef Rubio perquisito dall’antiterrorismo per i post contro Israele: sequestrato il pc, bloccati i social

Nei giorni scorsi l'antiterrorismo ha perquisito l'abitazione di Gabriele Rubini, alias Chef Rubio, nella zona sui Castelli Romani. Gli agenti, oltre al sopralluogo, hanno sequestrato i dispositivi elettronici del nogto volto televisivo, come pc e cellulari e hanno bloccato l'accesso ai suoi profili sui social network.
A riferire l'accaduto, infatti, non è lo stesso Chef Rubio, ma l'attivista Alberto Fazolo con un post su Facebook in cui allega anche il documento della Questura. A far scattare i controlli, secondo lui, i post scritti da chef Rubio contro Israele che già gli avevano causato diverse reazioni. Per quegli stessi post Rubio, infatti, sarebbe stato massacrato di botte da quello che lui stesso ha definito "gruppo di giovani sionisti" che lo hanno atteso davanti al cancello di casa sua e lo hanno aggredito mentre rientrava a casa.
La denuncia sui social dell'attivista Fazolo
La perquisizione, secondo quanto riporta Fazolo, sarebbe avvenuta alle 7 della mattina dello scorso mercoledì 17 luglio. "Gli agenti della Divisione investigazioni generali – Operazioni speciali. III Sezione Antiterrorismo Interno della Questura di Roma hanno fatto una perquisizione nella casa di Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, in cui hanno sequestrato tutti i suoi strumenti elettronici e le chiavette USB – scrive Fazolo – Dopodiché lo hanno portato nel commissariato di Frascati e trattenuto fino alle 19:50″.
Perché Chef Rubio è stato perquisito dall'antiterrorismo
Nel lungo post, Fazolo continua a spiegare: "L’obiettivo dell’operazione era di acquisire informazioni sulle sue attività telematiche, contestandogli due post sul proprio profilo X, nonché cercare all’interno delle sue chat private di Telegram e Signal – e precisa – Al momento Gabriele è privo di strumenti elettronici e fino al dissequestro non ha accesso ai propri profili, chat e cloud (non sono stati chiusi). Per questo motivo ha chiesto a me, Alberto Fazolo, di riportare ciò. Gabriele è libero, ci tiene a garantire che sta bene, ma per un po' non avrà modo di comunicare attraverso i suoi canali o recapiti. Pertanto, inutile cercarlo".
E poi inizia la difesa nei confronti dell'amico: "Gabriele da anni è perseguitato e bersagliato per la sua attività di denuncia della pulizia etnica della Palestina. Il provvedimento di perquisizione e il successivo sequestro è stato determinato dai due post qui sotto riportati, ognuno può liberamente farsi una propria idea sul fatto che possano rappresentare, o meno, un pericolo per qualcuno e qualcosa".
Cosa ha scritto Chef Rubio nei post su X prima della perquisizione
Come si legge nell'immagine in basso, i post incriminati sarebbero stati pubblicati su X il 21 e il 22 maggio scorso. "Morte ai diplomatici complici del genocidio in atto da 77 anni, morte agli invasori e a chi li finanzia, morte al colonialismo, suprematismo, razzismo e odio antimusulmano. Morte quindi al sionismo e alla colonia ebraica. Lunga vita alla Palestina e ai nativi semiti palestinesi", scriveva nel primo post.

Nel secondo, invece, pubblicato poco dopo l'attentato a Washington dove persero la vita dei diplomatici israeliani, si legge: "Che differenza c'è tra un impiegato dell'ambasciata della colonia ebraica e un soldato suprematista ebraico che massacra i palestinesi per il loro solo esistere e resistere? Che uno esegue gli omicidi (Eichmann) e l'altro fornisce legittimità e mezzi per farlo impunemente".

La critica alle autorità: "Chi lo ha pestato è ancora impunito"
Non è mancata, infine, la critica alle autorità che hanno trattenuto e perquisito chef Rubio. "In questa operazione, sono stati impegnati i migliori apparati dello Stato a cui sarebbe demandata la sicurezza nazionale. L’attività di indagine in questo caso ha avuto, in ragione della immediata individuazione di Gabriele e della sua piena disponibilità, un immediato effetto, cosa che purtroppo non possiamo registrare nella ricerca dei mandanti e degli esecutori dell’attentato del 15 maggio scorso, in cui lui è stato massacrato di botte da una squadraccia. Come minimo, si registra una forte asimmetria", conclude ricordando il pestaggio ai danni di Rubio.