Catering con soldi per migranti: 5 rappresentanti di una cooperativa rischiano il carcere

Rischiano di essere condannate a 24 anni di carcere cinque persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, malversazione, subornazione ed estorsione. Come riporta Il Messaggero, queste sono le richieste dalla Procura nel processo sulla Cooperativa Te.Sa., un consorzio di cooperative della provincia di Rieti, impegnate nel settore dell'assistenza ai migranti e ai richiedenti asilo. Gli imputati a processo davanti ai giudici del Tribunale di Rieti sono il gestore del consorzio, il rappresentante legale, il titolare della società e il presidente. Sono accusati di aver sottratto soldi destinati ai rifugiati ed averli utilizzati per altri scopi. La parte civile, rappresentata da dodici migranti assistiti dai loro avvocati, ha richiesto un risarcimento pari a un milione e 800mila euro per i danni subiti. La sentenza è prevista per ottobre.
Fondi statali per catering e cibo costoso
Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine, la vicenda intorno alla quale ruota il processo è quella della del consorzio Te.Sa. Alcuni migranti hanno denunciato il suo operato e le forze dell'ordine hanno voluto vedereci chiaro. I militari della Guardia di Finanza hanno scoperto che una parte dei fondi statali dei quali usufruivano, circa 650 mila euro su un milione e 700 mila euro complessivamente stanziato veniva utilizzata per catering, promozione e alloggio, che venivano organizzati nel complesso francescano di Sant’Antonio a Monte. Eventi che prevedevano l'acquisto di materie prime costose, che però non era destinato ai migranti, i quali non ricevevvano abbastanza da mangiare oppure veniva servito loro cibo scaduto. Utilizzo di fondi pubblici che veniva fatto ai danni delle amministrazioni statali e di vari Enti pubblici come la protezione civile.