Caso Orlandi, l’ipotesi del blogger indagato: “Emanuela morta dopo un aborto clandestino”

Non si arrestano le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi dopo la perquisizione ai danni del blogger ciociaro, ora indagato per favoreggiamento. Continuano gli accertamenti per verificare quanto condiviso in un gruppo di Facebook nei giorni scorsi, sequestrati pc e telefonino. Gli inquirenti, al lavoro nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Roma, stanno cercando di verificare, in particolare, l'ipotesi riportata dal blogger dopo aver parlato con una fonte. Fonte che il blogger non ha voluto rivelare. Di questa persona si conoscono le iniziali, L.C., ma si ignora il resto. Eppure quanto ha riferito al blogger potrebbe rappresentare un tassello importante per ricostruire quanto accaduto alla quindicenne, qualora fosse accertato.
Il nuovo elemento: cosa è successo a Emanuela Orlandi secondo il blogger indagato
Secondo il blogger, Emanuela Orlandi sarebbe stata fatta sparire dopo essere stata sottoposta ad un'interruzione di gravidanza. Sarebbe stata incinta e, dopo l'aborto, fatta scomparire. Questo, almeno, è quanto gli avrebbe riportato la fonte. In particolare, L.C. avrebbe raccontato che Emanuela sarebbe stata accompagnata da un tutor, che all'epoca lavorava alla Camera dei Deputati, a una visita ginecologica per controllare lo stato della gravidanza.
Una teoria che, più volte, è stata riportata in auge nel corso di questi quasi 42 anni. Una teoria che, in passato, è stata condivisa ed esposta anche dallo stesso fratello della giovane, Pietro, e che non esclude, comunque, l'interferenza del Vaticano, presente le cause o come collaboratore della scomparsa. Siamo ancora nel terreno delle ipotesi però. Anche per questo gli inquirenti stanno cercare di ottenere più informazioni possibili dal blogger: qualora si riuscisse ad ottenere elementi verificabili, anche l'inchiesta potrebbe virare verso una pista più certa.

Il rapimento a scopo sessuale: una delle piste più note sul caso Orlandi
Il lavoro degli inquirenti adesso punta a dissipare ogni dubbio su quanto riportato dal blogger ciociaro: il timore è che possa aver condiviso queste notizie rimpastando elementi non inediti, ma utilizzando le supposizioni della stampa. Quello del rapimento a scopo sessuale, così come la scomparsa per nascondere un aborto, sono elementi che ciclicamente riemergono quando si trattano le ipotesi della sparizione di Emanuela Orlandi. La prima pista, ad esempio, è quella che sembra aver convinto di più fino a questo momento la commissione bicamerale d'inchiesta. Per questo chi indaga vorrebbe poter parlare direttamente con la fonte che ha parlato della visita ginecologica per approfondire quella che sembra essere una pista percorribile.
Emanuela Orlandi scomparsa per nascondere uno scandalo
Cosa è successo allora a Emanuela Orlandi? Qualora fosse accertato la gravidanza o, almeno, il rischio di una presunta gravidanza, sarebbe necessario risalire per prima cosa a chiunque avesse l'interesse di tenere la questione nascosta. Qualora questa si rivelasse essere la causa della scomparsa, inoltre, occorrerebbe cercare di risalire e ricostruire l'accaduto. Ciò che rende più complesso ricomporre l'accaduto potrebbe essere l'intrecciarsi delle varie piste.

La presenza di una presunta gravidanza, ad esempio, non escluderebbe il contributo della criminalità romana, come raccontato da Sabrina Minardi nel 2008, in particolare della Banda della Magliana e di Enrico De Pedis.

Allo stesso modo, però, potrebbe rappresentare soltanto una prima fase, la cause, di un trasferimento a Londra per la giovane, secondo quella conosciuta come pista inglese. Dal volo dei servizi segreti italiani chiesto come favore dal Vaticano fino all'arrivo nella residenza vaticana di Wimbledon che si troverebbe a pochi passi da una clinica privata dove sarebbe stato più facile sottoporre la ragazza ad un'interruzione di gravidanza senza destare sospetti. Da chiarire, inoltre, chi possa aver architettato tutto questo.
Forse una persona potente, forse una persona dello Stato Vaticano, dove Emanuela viveva. Probabilmente una persona che aveva qualcosa da perdere e che aveva più interesse nel mantenere intatto il suo ruolo che le sorti di una ragazzina di 15 anni, tanto da rapirla non appena uscita dalla scuola di musica in quel tragico pomeriggio del 22 giugno 1983.