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Chiude la casa anti violenza Lgbt: Gay Center lancia raccolta fondi per vittime di omotransfobia

Dal 2016 il Gay Center di Roma ospita in una struttura le vittime di omofobia e transfobia, nell’ambito del progetto Refuge Lgbt in collaborazione con Croce Rossa italiana. Alessandra Rossi, coordinatrice di Gay Help Line, ha raccontato a Fanpage.it che la struttura è a rischio chiusura perché la Croce Rossa “ha interrotto gli accordi senza un adeguato preavviso”.
A cura di Paola Palazzo
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"Dal 30 maggio la casa famiglia Refuge Lgbt rischia di chiudere, e di non poter continuare a sostenere le vittime che chiedono aiuto" Con queste parole, affidate ad un post su Facebook, il Gay Center di Roma ha attivato una raccolta fondi "per donare un futuro a questi ragazzi, evitando di lasciarli senza una casa dove vivere temporaneamente". Sono otto in tutto, tre ragazze e cinque ragazzi tra i diciotto e i ventitré anni, che al momento vivono nella casa famiglia. Sono vittime di omofobia e transfobia, ospitate da Refuge Lgbt, un progetto del Gay Center in collaborazione con la Croce Rossa italiana, che va avanti dal 2016 e che sembra essere arrivato al capolinea. "La Croce Rossa – ha detto a Fanpage.it Alessandra Rossi, coordinatrice di Gay Help Line – ha deciso terminare la partnership con noi senza un adeguato preavviso che ci permettesse di andare avanti con la gestione della casa senza difficoltà. Ad un mese dall'annuncio di fine accordo ci troviamo a sostenere da soli questi ragazzi che vogliamo continuare ad accogliere, per far si che possano proseguire con i progetti già iniziati e indispensabili per il loro futuro".

La risposta della Croce Rossa: "Accordo fino al 30 maggio 2021"

Ma quali sono le motivazioni di questa interruzione? In realtà la fine di questa partnership tra Gay Center e Croce Rossa era prevista sin dagli inizi. "Tutti quanti sapevamo che questo rapporto si sarebbe concluso – spiega Debora Diodati, presidente della Croce Rossa a Roma – avevamo un accordo con l'associazione che prevedeva una scadenza naturale fissata al 30 maggio 2021″. Il problema, secondo quanto riportato dalla coordinatrice di Gay Help Line, è che la Croce Rossa ha comunicato la fine dell'accordo, in scadenza al termine del mese di maggio, "senza un adeguato preavviso e senza trovare ulteriori soluzioni di comune accordo" per permettere all'associazione di farsi carico di oneri economici e organizzativi necessari ad evitare l'interruzione del sistema di accoglienza. Oneri che fino ad ora erano nelle mani della Croce Rossa italiana. "Finanziamenti privati e pubblici raccolti dalla Croce Rossa", dichiara Alessandra Rossi. "Fondi privati interamente nostri – sottolinea Debora Diodati – che abbiamo deciso di reinvestire creando una struttura tutta nostra".

"Pronti ad aprire una struttura tutta nostra"

Dal 30 maggio, giorno fissato per la scadenza della partnership, gli otto ragazzi verranno presi in carico dalla Croce Rossa e ospitati in una nuova casa, dove proseguiranno il percorso iniziato dentro Refuge Lgbt. "È errato affermare che questo progetto di accoglienza a cui siamo molto legati termina qui – prosegue Diodati – i ragazzi sono già stati tutti informati di questo cambiamento e sono sereni, perché l'equipe che li ha seguiti fino ad ora, composta interamente da membri di Croce Rossa, continuerà ha prendersi cura di loro". Di tutt’altro avviso il Gay Center: “Non è possibile dire che i ragazzi sono tranquilli. Hanno appena iniziato nuove esperienze lavorative e un cambio della situazione abitativa potrebbe essere destabilizzante”. Intanto continua la lotta dell'associazione per mantenere in vita il progetto Refuge LGBT. "È nostra intenzione – spiega Alessandra Rossi – continuare ad ospitare gay, lesbiche e trans vittime di discriminazioni per dar loro tutto il supporto di cui hanno bisogno. Chiunque voglia può effettuare una donazione con i canali che abbiamo attivato, per fare in modo che sia possibile in questi primi tempi riuscire a portare avanti il progetto, in attesa di finanziamenti strutturali da ricevere tramite bando".

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