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Capo scout abusa e ricatta con foto intime bimbi di 9 e 10 anni: condannato per violenza sessuale

Un capo scout di 19 anni ha violentato e abusato di quattro bambini di età compresa fra i 9 e i 10 anni durante le attività dei lupetti: condannato a sette anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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È stato condannato a sette anni di reclusione lo scout di 19 anni di Terracina accusato di gravissimi reati contro minori. Il giovane, trovato in possesso di quasi 300 file pedopornografici sul cellulare, è stato chiamato a rispondere in Tribunale oltre che di pornografa minorile anche delle accuse di atti persecutori, estorsione e violenza sessuale, tutto aggravato dalla minore età delle vittime degli abusi, di età compresa fra i 9 e i 10 anni, e per aver sfruttato la fiducia che loro riponevano nei suoi confronti, poiché rivestiva il ruolo di aiuto capo scout.

"Ringrazio tutte le Autorità che mi hanno sostenuta, in modo particolare la Polizia Postale che tempestivamente ha accolto le famiglie da me accompagnare", ha dichiarato a Fanpage.it la Garante per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni.

La scoperta degli abusi sui minori: cosa è successo

La vicenda ha avuto inizio dopo che le famiglie si sono rivolte al centro antiviolenza per minori vittime di reato che si trova a Latina presso la curia vescovile. La segnalazione è poi giunta alla Garante Sansoni e sono scattate le indagini, grazie anche alla collaborazione della Polizia Postale di Latina.

"Nel corso dell'udienza di ieri (11 lugli 2025, ndr), una delle due avvocate che hanno assistito l'imputato, voltandosi nella mia direzione, ha espressamente detto che non avrei dovuto ascoltare i minori. Non nascondo di essere rimasta basita – ha spiegato ancora a Fanpage.it la Garante Sansoni – Una donna di legge che si è voltata verso un'autorità istituzionale di protezione e garanzia sottolineando con forza il fatto che io avrei dovuto fare gli affari miei. Un'uscita davvero infausta".

Un intervento tempestivo quello delle famiglie e del centro antiviolenza, che ha affidato la difesa dei bambini all'avvocato Pasquale Lattari. "Non c'è nessuna gioia da parte dei genitori dei ragazzi alla condanna del responsabile, che hanno rifiutato l'offerta di risarcimento danni – ha fatto sapere l'avvocato – L'unica soddisfazione delle famiglie che hanno denunciato è aver impedito che il reo continuasse nella sua attività contro i minori ed evitato che altri potessero patire i loro ciò che hanno dovuto subire loro".

Le violenze e gli abusi: cosa è successo

Lo scout diciannovenne, come anticipato, è stato trovato in possesso di quasi 300 file pedopornografici nel telefonino. L'accusa di atti persecutori è scattata dall'asfissiante e continua attività predatoria per acquisire materiale pedopornografico. L'aiuto capo scout si sarebbe finto una ragazzina coetanea dei bambini e ha continuato a chiedere in maniera insistente foto e video intimi a uno dei ragazzini. Una volta ottenuto il materiale, ha iniziato a minacciare il bambino, di 9 anni appena, di consegnargli 55 euro per evitare che potesse essere condiviso e diffuso con terze persone.

La violenza sessuale, invece, sarebbe avvenuta nei confronti di un altro bambino, stavolta un anno più grande, avvicinato e palpeggiato da capo scout mentre il gruppo si trovava in parrocchia per svolgere la attività del gruppo scout.

La condanna allo scout di Terracina: sette anni e interdizione perpetua ad attività con i bambini

Oltre alle quattro famiglie dei minori coinvolti hanno preso parte al processo dichiarandosi parte civile la Garante infanzia ed adolescenza Regione Lazio dottoressa Monica Sansoni, il Gruppo Agesci di competenza territoriale, l'Associazione Promozione Sociale, tutte difese dall'avvocato Lattari.

Nei confronti dell'imputato era stata chiesta una condanna a 8 anni. Invece, oltre ai sette anni di reclusione e al pagamento di una multa di 26mila euro, è stato condannato al risarcimento danni alle famiglie dei minori e degli enti e associazioni che si sono dichiarate parti civili. Non potrà mai più svolgere incarichi pubblici o legati all'insegnamento e, una volta concluso il periodo detentivo non potrà avvicinarsi per un anno a luoghi pubblici o privati frequentati da minore, oltre a comunicare i propri spostamenti alle autorità.

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