Bimbo morso da un animale perde naso e bocca: straordinario intervento di chirurgia plastica al Bambino Gesù

Ha perso naso e bocca dopo essere stato morso in volto da un animale quando era molto piccolo. È quanto accaduto a un bimbo che oggi ha 10 anni e che dall'India è arrivato in Italia. Non esistono cartelle cliniche che possano aiutare a ricostruire quanto accaduto al piccolo. Sicuramente, secondo i pareri dei medici, la mutilazione in volto è avvenuta a seguito del morso presumibilmente di un animale, impossibile individuare quale.
Una volta in Italia il bimbo è stato sottoposto a un'operazione del tutto innovativa in ambito pediatrico: l'équipe di medici di Chirurgia plastica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù gli hanno ricostruito totalmente il naso e il labbro superiore. Per eseguire la rinoplastica completa, i chirurghi si sono avvalsi di modelli e stampe 3D sviluppati dall’Unità di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale. Oggi il piccolo ha ritrovato naso e bocca, realizzati in materiale totalmente organico, che cresceranno insieme a lui.
L'intervento pioneristico al Bambino Gesù di Roma
"Una pietra miliare nella chirurgia plastica pediatrica". Così viene definito questo intervento dal dottor Mario Zama, responsabile dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale dell’Ospedale: "Non solo abbiamo ripristinato una parte fondamentale dell’aspetto fisico di Ravi, ma gli abbiamo restituito la possibilità di vivere una vita più serena e dignitosa».
Quella dei chirurghi è stata una vera e propria sfida. Generalmente, la presenza di una parte residua dell’organo rappresenta un riferimento prezioso per la ricostruzione. Ma in questo caso, il naso era totalmente assente, dopo il morso non ne restava più niente: un particolare che ha reso molto più complicata l'operazione.
Ricostruzione di naso e bocca: l'aiuto del laboratorio 3D
Per superare le difficoltà, i chirurghi si sono rivolti agli specialisti dell’Unità operativa complessa di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale guidati dal dottor Aurelio Secinaro. L'ingegnere Luca Borro, in seguito, ha utilizzato le scansioni della testa del bimbo e di altri bambini assimilabili a lui per età e dimensioni del cranio per ricavarne dei modelli virtuali realizzabili nel laboratorio 3D.

Dai primi modelli è stato poi selezionato il naso che per conformazione anatomica si adattasse meglio al volto del bimbo. A quel punto è stata avviata la stampa in 3D della testa del paziente e il modello nasale prescelto. "Questi modelli ci permettono di ricostruire con precisione l’anatomia nasale e di supportare i chirurghi nella pianificazione dell’intervento – ha spiegato il dottor Secinaro – Così la tecnologia può migliorare l'efficacia e la sicurezza delle cure nei casi pediatrici più complessi".
Per la ricostruzione chirurgica del labbro superiore, invece, è stata utilizzata una tecnica simile a quella utilizzata per gli interventi di labiopalatoschisi, più comunemente noto come labbro leporino, che utilizza il tessuto del labbro inferiore per ripristinare la forma, la funzione e l'aspetto estetico del labbro superiore.
Il lavoro di microchirurgia per la ricostruzione del naso
La parte chirurgica è stata preceduta da uno studio dei casi clinici simili esistenti al mondo, soprattutto per quanto riguarda la mucosa interna che, insieme al rivestimento esterno e alla parte scheletrico cartilaginea, compone il naso.
Come anticipato, essendo completamente assente il naso, per realizzarlo è stato necessario prelevare una parte di cute dell'avambraccio, trasferito con tecnica microchirurgica a livello del naso con sutura sui vasi facciali. "In questo punto la pelle è particolarmente sottile ed è presente un peduncolo (insieme di vasi sanguigni che portano sangue e nutrimento a un organo, un tessuto o un lembo chirurgico) sufficientemente lungo da poter essere poi ricollegato microchirurgicamente alla vena e all’arteria facciale per tenere in vita il tessuto", ha precisato la dottoressa Francesca Grussu, chirurga plastica specializzata in microchirurgia del Bambino Gesù.

La parte esterna del naso, invece, è stato utilizzato un lembo di pelle e muscolo della fronte sagomato, così come il lembo microchirurgico, sulla base del modello nasale elaborato in 3D nella fase preparatoria e poi ribaltato verso il basso per formare il rivestimento esterno del naso: grazie alla vascolarizzazione che porta con sé, il lembo resta vitale e si adatta perfettamente alla zona da ricostruire. Il risultato, in casi del genere, è naturale e funzionale.
A tre settimane dalla ricostruzione esterna, infine, si è passati allo scheletro di supporto, risollevando temporaneamente il lembo di pelle che ricopriva la parte esterna del naso e utilizzare innesti di cartilagine prelevati dalla costola per costruire la struttura scheletrica del naso, inclusi il dorso e la columella (la parte inferiore del naso che separa le due narici).
Il risultato, secondo i medici, è stato eccezionale. "Ed è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra chirurghi plastici, ingegneri, radiologi, anestesisti, rianimatori e altri specialisti dell’Ospedale che hanno applicato le più avanzate tecniche in campo chirurgico, utilizzando tecnologia 3D per pianificare l'intervento e migliorare i risultati", ha poi concluso il professor Sama.