Bimba cacciata dal ristorante perché indossa una maglia della Lazio: “Vestita così non puoi entrare”

Brutta avventura per una ragazzina di 11 anni di Civita Castellana in vacanza a Pescara. Era in vacanza con i genitori in Abruzzo, quando stavano per raggiungere un ristorante per il pranzo. Una volta arrivati nel locale, hanno notato che il proprietario aveva iniziato a borbottare qualcosa, invitandoli a spostare le biciclette di colore celeste. All'inizio hanno sorriso.
Poi l'amara sorpresa: "Non puoi entrare se sei vestita così". Come mostra la foto in apertura, la bambina indossava maglietta e cappellino della sua squadra del cuore, la Lazio. "Potete entrare soltanto se la bambina si cambia". A quel punto i tre hanno deciso di andarsene. Una storia che, in breve tempo, è diventata virale sui social network tanto da attirare l'attenzione della società sportiva. "Abbiamo pensato di invitarti a Formello, nel cuore della nostra casa, per stare insieme alla squadra. Noi ti aspettiamo a braccia aperte".
Il racconto del papà: "Purtroppo è una storia vera"
A raccontare l'intera vicenda, è stato il papà della ragazzina. "Purtroppo quanto è successo a questa bambina, che è mia figlia, è una storia vera", esordisce il papà della piccola.
"Ore 13 di una torrida domenica di giugno. Dopo aver percorso 9 km in bici, io, mia moglie e le mie figlie ci fermiamo davanti al ristorante, a Pescara, che ci aveva attratto dal buon profumo di frittura. Notiamo subito il proprietario che ci guarda con occhi malefici e borbotta". Poi, però, è il ristoratore a interagire con la famiglia.
"Da lontano ci invita a spostare le bici da lì perché di colore celeste, abbiamo sorriso e mentre finivano di mettere i lucchetti alle bici, nostra figlia si avvicina all' ingresso del ristorante – continua a raccontare – il gentiluomo le dice che non può entrare nel suo locale perché indossava un cappello e la maglia della S.S. Lazio".
La richiesta: "La bambina deve cambiare, altrimenti non entrate"
La situazione si fa ancora più grave: "Ancora con il sorriso ci avviciniamo e lui, senza perdere tempo, davanti a tutti i suoi clienti di ripetere ancora una volta, con fare da grandissimo cafone, che saremmo potuti entrare nel suo locale solo se la bambina avesse tolto il cappello e cambiato maglia – aggiunge prima di concludere – Per fortuna che durante la nostra vacanza abbiamo conosciuto altre persone e lavoratori del luogo super gentile e disponibile, come dovrebbe essere verso i turisti".
La risposta della SS Lazio: "Ti aspettiamo a braccia aperte"
Ad avere un'eco ancora maggiore, però, è stata la risposta della società sportiva del cuore della ragazzina che, non appena appreso l'accaduto, le ha scritto invitandola pubblicamente a Formello.
"Abbiamo letto la tua storia e ci ha colpito profondamente. Non riusciamo nemmeno a immaginare quanto sia stato brutto sentirsi dire di non poter entrare in un locale solo perché indossavi con orgoglio il cappellino e una maglietta con i colori della tua amata Lazio – hanno scritto in una nota su X – Per questo, abbiamo pensato di invitarti a Formello, nel cuore della nostra casa, per stare insieme alla squadra, allo staff e a chi lavora ogni giorno per rendere speciale questa maglia. Sarai la benvenuta perché chi ama la Lazio è parte integrante della nostra storia", hanno poi concluso.