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Atac, conti ok ma dopo il Covid i romani snobbano bus e metro: -14,7% dal 2019

Nel 2019, ultimo anno pre pandemia, le vendite del sistema tariffario integrato avevano raggiunto l’importo di 394.790.790 euro. Significa che ancora oggi il ricavo dai biglietti fa segnare -14,7% nelle casse di Atac. Il motivo è legato probabilmente in gran parte all’aumento dello smart working a Roma.
A cura di Enrico Tata
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Per il secondo anno consecutivo Atac chiude il bilancio in utile: sono aumentati gli investimenti, l'età della flotta di superficie, bus e filobus, si è abbassata, il servizio ha tenuto nonostante i cantieri del Giubileo. Per il futuro c'è ottimismo: "Al di là del dato economico-finanziario quello che ci soddisfa di più sono i risultati operativi dell'azienda, gli obiettivi raggiunti in termini di processi industriali che ci danno energia e determinazione per il prossimo futuro", ha commentato l’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè.

Ma c'è un rovescio della medaglia. Un dato negativo che racconta un cambiamento profondo nel comportamento degli utenti, soprattutto dei romani. Nel comunicato stampa con cui vengono salutati i risultati positivi del bilancio se ne fa un piccolo accenno: "Sul versante dei ricavi, la crescita dei ricavi da mercato (+3,2% rispetto al dato 2023) mostra un accento ancora distante dai livelli pre-covid". Ovvero, i ricavi dai biglietti sono aumentati ma sono ancora molto lontani dai livelli pre-Covid e il motivo è in parte (forse in gran parte) legato all'introduzione dello smart working per molti lavoratori della Capitale.

Le vendite dei biglietti del sistema Metrebus, infatti, hanno generato un ricavo di 338.314.329 euro, superiore del 3,6% a quello del precedente esercizio (326.478.106 euro). Il problema è che nel 2019, ultimo anno pre pandemia, le vendite del sistema tariffario integrato avevano raggiunto l'importo di 394.790.790 euro. Significa che ancora oggi il ricavo dai biglietti fa segnare -14,7%. E il 2024, ricordiamo, è stato un anno record per il turismo. Probabilmente, quindi, i mancati ricavi dai biglietti rispetto all'epoca pre-Covid sono legati al cambiamento di comportamento dei cittadini.

Nel bilancio Atac si ipotizza: "Il delta che permane, pari a -14,7%, unitamente ai tempi con cui si sta manifestando il recupero dei livelli raggiunti prima del Covid inducono a ritenere che siano intervenuti nei fondamentali della domanda di trasporto e nei comportamenti degli utenti fattori ormai alquanto duraturi".

Nel 2024 sono stati venduti quasi quattro milioni di biglietti B.I.T. (quelli validi 100 minuti o per singola corsa in metro) rispetto al 2023: 77 milioni contro 73 milioni. Complessivamente sono stati venduti 8 milioni di titoli di viaggio in più, che significa 11 milioni di euro in più nelle casse di Atac.

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Come detto, però, i livelli di vendita restano molto al di sotto di quelli fatti registrare nell'epoca pre-Covid. Si legge ancora sul bilancio Atac 2024 approvato recentemente: "La domanda di trasporto pubblico ha continuato nel 2024 la graduale ripresa dopo il crollo del 2020 evidenziando un tasso di crescita che tende a stabilizzarsi dopo l’impennata del periodo successivo al termine dell’emergenza pandemica. Gli effetti post-pandemici, che hanno determinato un cambiamento di abitudini di mobilità, sembrano ormai consolidati con una platea di lavoratori in smart working stimata oggi in Italia in circa 3,6 milioni, e con previsioni di incremento a 3,8 milioni nel 2025. La componente turistica della domanda, al contrario, ormai da diversi anni conferma ripetutamente una forte crescita ed il livello storico della domanda è stato ampiamente recuperato e superato (+13% degli arrivi di turisti a Roma nel 2024 rispetto al 2019)".

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