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Assolto il pusher che ha venduto la droga a Cranio Randagio, condannati due amici del rapper

Condannati due amici di Cranio Randagio, che avrebbero cercato di spostare tutte le responsabilità sulla vittima: “L’unico ad aver portato la droga pesante alla festa è stato Vittorio”.
A cura di Enrico Tata
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È stato assolto il pusher che avrebbe fornito la droga a Cranio Randagio, all'anagrafe Vittorio Bos Andrei, il rapper morto dopo una festa in un appartamento di Roma, quartiere Balduina, il 12 novembre 2016. Sono stati condannati a due anni due amici del ragazzo. Durante il processo, uno di loro aveva raccontato: "Eravamo una dozzina. Inizialmente brindammo al mio compleanno. Mangiammo fino alle 23,30 e restammo in salotto fino a circa le tre del mattino. L'unico ad aver portato la droga pesante alla festa è stato Vittorio". È stato condannato insieme a un'altra persona per favoreggiamento. Secondo l'accusa, avrebbero mentito per coprire l'amico. Il pm aveva chiesto per loro tre anni di reclusione.

"Non c'era sostanza che mancasse quella sera. Sicuramente tutti hanno consumato stupefacenti. Dall'autopsia sono emerse tracce di una decina di sostanze diverse. Il dato è che Vittorio è entrato vivo in quella casa e ne è uscito morto e questi ragazzi hanno scaricato tutto su di lui, dicendo che le sostanze le aveva portate tutte lui", aveva dichiarato il pm nella sua requisitoria.

La morte di Cranio Randagio

Il cantante Cranio Randagio, all'anagrafe Vittorio Andrei, è stato trovato morto tra il 12 e il 13 novembre 2016 in via Anneo Lucano, alla Balduina: aveva 22 anni. Dopo una festa organizzata nell'appartamento in cui viveva un amico, alle 5 della mattina, circa 8 ragazzi sono rientrati a casa propria, mentre un ragazzo e il rapper sono rimasti insieme ai due fratelli padroni di casa. Preoccupata perché il figlio non era rientrato a casa per dormire, la mamma del cantante ha provato a chiamarlo al telefono, senza ricevere alcuna risposta.

Dopo, con l'autopsia, si è scoperto che Cranio Randagio è morto per un mix di sostanze stupefacenti, tra cui anche il crack e la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti, accusando inizialmente soltanto il pusher che gli aveva venduto la droga. Nel gennaio 2021, ad essere rinviati a giudizio dal gup Elisabetta Pierazzi, sono tre ragazzi: il pusher che avrebbe procurato il crack e altri due ragazzi, per favoreggiamento.

Le condanne agli amici

Il mese scorso, nella giornata del 22 giugno, sono arrivate le richieste del pm: due condanne a tre anni per i due amici e l'assoluzione del pusher che aveva portato la droga alla festa. I due amici avrebbero invece coperto il pusher e dato al rapper il mix di sostanze che lo hanno portato alla morte.

É così che uno di loro, Piefrancesco Bonolis, diceva durante il processo, precisando di non ricordare nulla, di aver "assunto cristalli di metanfitamina" e di "avere bevuto parecchio" e ricordando gli ultimi momenti con l'amico Vittorio: "Quel giorno era prevista uscita del mio video su Vittorio che era già famoso. Stava nascendo una collaborazione e io avevo appena finito l'accademia di televisione e cinema. Ero sognante. Credevo che i video mi avrebbero portato a un futuro vero."

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