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Arrestati per attentato a una caserma dei carabinieri: giudizio immediato per sei anarchici

Ci sarà un processo in Corte d’Assise per gli imputati arrestati lo scorso giugno con l’accusa, tra le altre, di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico e atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi. Gli arresti sono arrivati al termine di un’inchiesta condotta dai carabinieri del Ros partita alla fine del 2017 in seguito all’attentato con ordigno esplosivo alla stazione dei carabinieri di San Giovanni.
A cura di Francesco Muccino
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Giudizio immediato per sei delle sette persone arrestate lo scorso giugno a Roma durante l'operazione ‘Bialystok’  dei carabinieri del Ros, considerate parte di una cellula anarco-insurrezionalista con base al centro sociale ‘Bencivenga Occupato‘. Adesso per gli imputati, accusati dei reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico e atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, ci sarà il processo in Corte d'Assise per una serie di attentati avvenuti tra il 2017 e il 2019. Nello specifico, la procura contesta ai membri della cellula l'attentato con un ordigno di oltre un chilo e mezzo di esplosivo ai danni della stazione dei carabinieri di San Giovanni, avvenuto il 7 dicembre 2017. Contestati anche gli incendi a diverse vetture di car sharing Enjoy con l'intento di arrecare un danno alla multinazionale Eni.

L'inchiesta dopo l'attentato alla stazione dei carabinieri San Giovanni

L'inchiesta dei carabinieri del Ros che ha portati agli arresti degli anarchici parte alla fine del 2017, subito dopo le indagini sull'attentato alla stazione di San Giovanni, colpita dall'esplosione di un ordigno all'alba del 7 dicembre e con le fiamme che per poco non hanno investito un passante. A rivendicare l'attacco è stata la Federazione anarchica informale. Gli incendi ai danni dei veicoli del servizio di sharing "Eni-Enjoy" avvengono in più intervalli tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2019: quattro vetture sono state date alle fiamme il primo dicembre del 2017, e ulteriori automobili sono state distrutte in attacchi avvenuti rispettivamente il 14 febbraio, 28 febbraio e 28 marzo del 2019, tutte prendendo fuoco tramite della diavolina posta sugli pneumatici. Tutti questi attentati sono stati ricondotti a campagne di solidarietà verso gli anarchici fiorentini arrestati nell'ambito del processo ‘Panico‘, oltre ad agire di concerto con alcuni loro compagni detenuti per ottenere trasferimenti graditi. Tra le altre accuse mosse agli imputati anche quelli di detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato, incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo.

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