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Covid 19

Andrea dorme da tre giorni nel suo bar per protesta: “Faccio lo sciopero della fame”

Andrea Spadoni da tre giorni vive e dorme all’interno del suo cocktail bar di Rieti per manifestare contro l’ultimo dpcm varato dal governo Conte. Lavora fino alle ore 18 e poi resta all’interno portando avanti anche uno sciopero della fame. In questi mesi difficili ha registrato un 50% di perdite, la chiusura alle ore 18 rappresenta la mazzata finale per la sua attività.
A cura di Simona Berterame
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Da lunedì mattina Andrea Spadoni, titolare del cocktail bar Cuba club a Rieti, ha iniziato una protesta pacifica contro l'ultimo dpcm varato dal governo Conte. Vive da tre giorni nel suo locale, lavora fino alle ore 18 e poi resta all'interno portando avanti anche uno sciopero della fame. "Una manifestazione che non viola nessuna norma – ci tiene a precisare Andrea – finché potrò voglio seguire le regole per dare ancora più valore alla mia protesta, andare contro il dpcm e rimanere aperto dopo le 18 non avrebbe senso". Una protesta pacifica ma forte, difficile perché al terzo giorno inizia a sentirsi la mancanza di cibo. Il suo locale si trova a via Roma, una delle strade della movida di Rieti. In questi mesi difficili ha registrato un 50% di perdite, la chiusura alle ore 18 rappresenta la mazzata finale per la sua attività.

La protesta intitolata "Io vivo dentro"

Il titolare ha lanciato la sua protesta sui social, creando una pagina Facebook dal titolo "Io vivo dentro" e invitando gli imprenditori come lui ad unirsi alla sua lotta. "Vogliamo rispettare le regole, ma non senza denunciare la mancanza di prospettive che diano luce al Post Covid – ha scritto in un lungo post questa mattina – Noi Imprenditori non vogliamo elemosina. Noi imprenditori non miriamo all'assistenzialismo. Noi imprenditori accettiamo la sfida alla Resilienza, ma pretendiamo di avere accesso immediato a risorse per adattare, trasformare, ridisegnare le nostre attività per affrontare questa improvvisa sciagura che ha rivoluzionato le abitudini di tutti". Andrea critica fortemente le misure adottate dal governo per aiutare gli imprenditori in difficoltà, definendole un'elemosina una tantum. "Questo cosiddetto ristoro non è sufficiente diventa una sorta di assistenzialismo – spiega Andrea – noi vorremmo una sorta di accesso più facilitato finanziario per poterci adattare in modo più puntale alla situazione attuale, dobbiamo avere delle risorse finanziarie veloci e concrete altrimenti non riusciremo ad andare avanti".

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