All’ospedale Bambino Gesù di Roma Babbo Natale si cala dall’alto: lo spettacolo dei soccorritori del CNSAS

All'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Babbo Natale non entra dal camino, ma si cala dal tetto del padiglione Giovanni Paolo II. I tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) hanno indossato barba, cappello e vestito rosso. Poi, muniti di funi, moschettoni e imbraghi si sono calati per salutare i piccoli pazienti dell'ospedale.
Una volta a terra, uno dei soccorritori si avvicina a un bimbo e gli tende la mano: un cinque secco, sorriso contro sorriso.
"Lo potremmo chiamare un soccorso emotivo. La giornata di oggi è stata una grandissima emozione, vedere i sorrisi di quei bimbi e dei loro genitori. Natale è un momento particolare per pensare agli altri, e per noi, che facciamo i soccorritori per vocazione, questa giornata è un po' speciale, fuori dall'ordinario". Alessandro Grande, tecnico del CNSAS, descrive così quei momenti in cui, con la barba bianca al viso e il berretto di natale, si è calato salutando i piccoli ospiti del Bambino Gesù.

"Guarda c'è Babbo Natale", urla una bimba in braccio alla sua mamma, e tutti i piccoli in cura alzano gli occhi al cielo. E le mani che si alzano con le ditina che indicano le sagome rosse sospese nel vuoto. "Una giornata davvero importante che distrae i piccoli pazienti dalla loro malattia, costruisce quel qualcosa di magico così importante nella vita dei bambini. Ed è così anche per noi operatori che ci distendiamo un momento insieme a loro", afferma la dottoressa Lucia Celesti, Responsabile dell'Unità Operativa "Accoglienza e Servizi per la Famiglia" del Bambino Gesù.

Al termine della discesa gli uomini del CNSAS hanno montato una barella da soccorso e l'hanno caricata di doni per i bimbi per poi consegnarli nel cortile della ludoteca. E mentre i Babbi Natale consegnano i gadget, una bambina si avvicina e prova a tirare via la barba a un tecnico ridendo. Poi, tutta contenta, va via con il suo regalo. Un altro invece tenta lo scambio: una maschera in cambio dell'elmetto. È grande sulla sua testa e gli scivola un po' di lato, ma uno degli uomini del soccorso alpino lo sistema. E il cane da soccorso Faber prende crocchette in cambio di carezze.
"Operiamo ogni giorno per salvare vite in montagna e in ambienti impervi, quello di oggi non è un contesto così usuale per noi – afferma Roberto Carminucci, presidente del CNSAS Lazio, poi conclude – Ma lo facciamo con grande passione, ogni anno rispondono tutti a questa chiamata con tanta felicità e ci teniamo a non perdere nessun appuntamento".
