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Ai domiciliari chiama decine di volte il 118 fingendosi malato: voleva mangiare alla mensa dell’ospedale

Un uomo detenuto in regime di arresti domiciliari è stato portato in carcere dopo aver chiamato decine di volte l’ambulanza per essere portato in ospedale. Si è scoperto che voleva consumare lì il pranzo e la cena.
A cura di Natascia Grbic
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Chiamava in continuazione l'ambulanza per essere portato in ospedale, ma a muoverlo verso il pronto soccorso dell'Ospedale di Frosinone non erano i malanni, ma semplicemente la voglia di non stare a casa ai domiciliari e mangiare nella mensa. Il 50enne avrebbe messo in atto una truffa ai danni del sistema sanitario nazionale coinvolgendo e mobilitando non solo i medici che lo dovevano visitare ma anche le pattuglie di polizia e carabinieri che dovevano controllarlo sul posto. A chiedere l'aggravamento della misura cautelare è stato il giudice dopo le indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile. Troppi gli accessi all'ospedale, fatti soprattutto in orari molto sospetti, che coincidevano o con il pranzo o con la cena.

Decine le volte in cui l'uomo si è fatto portare in ospedale lamentando ogni volta sintomi diversi e malesseri molto vaghi, cosa che faceva scattare immediatamente il ricovero, anche se per poche ore. Era sempre lui a chiamare il 118, dicendo di sentisi male. Il 50enne però, continuava a essere dimesso senza nessuna diagnosi: i medici, non appena lo visitavano, constatavano che stava bene e lo facevano tornare a casa, non riscontrando nessuna patologia. A quel punto, dopo l'ennesima volta in cui l'uomo si faceva portare in ospedale, sono scattate le indagini. Dagli accertamenti è emerso che il 50enne sfruttava i ricoveri anche di poche ore in ospedale per poter uscire e mangiare alla mensa, tanto che si ‘sentiva male' sempre in prossimità dei pasti. A quel punto il giudice ha disposto l'aggravamento della misura cautelare, e il cinquantenne è stato portato in carcere dove sconterà il resto della pena.

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