Acqua santa, stupri e botte alla moglie: “Sei posseduta dal diavolo”. Abusi anche sulla figlia di 6 anni

Sei anni di reclusione per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale: questa la richiesta del pubblico ministero nei confronti di un 50enne, imputato per le numerose violenze commesse, nel corso di vent'anni, sulla moglie e sulla figlia piccola. L'accusa ha chiesto anche le aggravanti per condotte reiterate, aver commesso i fatti in stato di ubriachezza e nei confronti di vittime che non avevano compiuto neanche dieci anni. La vicenda, avvenuta a Roma, è agghiacciante: l'uomo, con forti problemi di alcolismo, faceva vivere la donna e i figli piccoli nel terrore. Giornalmente li picchiava e li minacciava di morte, abusando anche sessualmente della moglie. Fino a che lei non lo ha denunciato ed è andata via di casa, portando via i due bambini.
La vicenda è riportata da la Repubblica. La relazione, che durava da vent'anni, è sempre stata costellata da episodi di violenza, che si erano aggravati con l'arrivo dei due figli. Il 50enne controllava la donna psicologicamente ed economicamente, non permettendole di avere un suo conto corrente separato e gestendo di fatto il suo stipendio, impedendole di usarlo. Lei non poteva uscire di casa e spostarsi senza che lui lo sapesse, pretendendo di controllarla in ogni momento della giornata. Non solo: la notte andava in giro per casa spruzzando acqua santa addosso alla donna, dicendole che era posseduta dal diavolo. Una vita impossibile, che ha rovinato per anni la serenità a lei e ai figli.
In alcune occasioni l'uomo avrebbe anche tentato di strangolarla, mettendole le mani intorno al collo e stringendo forte la presa, fino quasi a soffocarla. Il pubblico ministero ha poi riferito anche di abusi sulla figlia di appena sei anni, che sarebbe stata picchiata e scaraventata sui mobili di casa, provocandole lesioni e ferite, oltre che uno stato di terrore costante e una forte sofferenza psicologica. Due anni fa la denuncia, con l'uomo quindi finito a processo. Adesso il giudice dovrà decidere se condannarlo.