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Accoltellata dal marito a Ladispoli, svegliata da coma chiede della figlia: “Sono viva grazie a lei”

Silvia, la donna accoltellata a Ladispoli, si è svegliata. Il primo pensiero è andato a sua figlia, che non vede l’ora di riabbracciare: “È lei che mi ha protetta.”
A cura di Beatrice Tominic
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Fabrizio Angeloni porta sigillata dell'abitazione in via Milano a Ladispoli
Fabrizio Angeloni porta sigillata dell'abitazione in via Milano a Ladispoli

Dopo più di due settimane si è svegliata dal coma farmacologico Silvia Antoniozzi, la donna di 47 anni accoltellata il 21 aprile scorso a Ladispoli da suo marito. Non appena ripreso conoscenza, la donna ha immediatamente chiesto di sua figlia, anche lei rimasta gravemente ferita in quella tragica mattina di fine aprile: "Voglio abbracciarla, vederla di persona, l’ultimo ricordo che ho di quella mattina è la sua immagine, il suo corpo che si frapponeva tra il mio e quello del mio ex marito, è stata lei a farmi da scudo e a impedire che mi ammazzasse – sono state le sue prime parole pronunciate dal letto della Rianimazione dell'ospedale San Camillo di Roma, come si legge ne il Messaggero – Se sono viva è grazie a lei, al mio angelo, ma anche a questi medici e sanitari che hanno fatto un vero miracolo per strapparmi alla morte."

La telefonata fra madre e figlia

Dopo essersi svegliata, la donna si è subito messa in contatto con la sua figlia, diciassettenne che si trova ricoverata, invece, all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro: anche lei sta meglio e le due si sono già sentite telefonicamente. Nella giornata di ieri, invece, gli operatori del personale sanitario stavano cercando di organizzare almeno una videochiamata fra le due prima di potersi finalmente rivedere di persona e riabbracciarsi. Nel frattempo per Silvia sono cominciate le prime passeggiate nel corridoio: "Ero una grande camminatrice, camminavo anche due ore al giorno e tornerò a farlo", ha dichiarato.

L'omaggio dell'assessore

Nella giornata di ieri, non appena saputo del risveglio della donna, l'assessore alla Salute della regione Lazio Alessio D'Amato le ha fatto visita nell'ospedale portandole un mazzo di fiori. Poi ha inviato una nota e ha specificato: "Continuerà ad essere seguita anche da una équipe di psicologi. Oggi è una bellissima giornata, auguro a Silvia e a sua figlia un futuro roseo, lontano da episodi di violenza come questo e desidero ringraziare i professionisti dell'Azienda Ospedaliera San Camillo che hanno salvato la vita a Silvia."

L'accoltellamento

È successo nella mattina del 21 aprile scorso: i vicini hanno sentito delle urla provenire dal pianerottolo. Poi hanno visto la ragazza scappare da casa sua, con ferite profonde e molto sangue. Ad accoltellare lei e sua madre è stato il papà, Fabrizio Angeloni, che poi avrebbe tentato di togliersi la vita: anche le sue condizioni adesso sono migliorate. Trasportate d'urgenza in ospedale in condizioni gravissime, la ragazza avrebbe anche aggiunto: "Salvate solo la mamma, lui no."

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