A Roma i beni confiscati alle mafie andranno ai cittadini. De Marzo: “Restituiamo il maltolto”

"L'istituzione di un Forum cittadino sui beni confiscati alle mafie è un passo enorme in una città come la nostra. Abbiamo vinto una battaglia importante: la zona grigia su Roma è spessa, ma oggi le mafie hanno perso". A parlare a Fanpage.it è Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari e tra i fautori principali di questo progetto. "L'alleanza con le istituzioni in questa fase è fondamentale, senza di loro noi avremmo difficoltà a tradurre le nostre proposte, mentre loro non hanno la nostra conoscenza dei territori. In una fase in cui le disuguaglianze, la povertà, e la mancanza di diritti sociali fanno allontanare le persone dalla politica, è un'alleanza necessaria". Sono anni che le associazioni chiedono l'avvio di un Forum sui beni confiscati alle mafie. Istituito nel 2018 dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, non è mai stato convocato e il progetto non si è mai concretizzato. Ieri, in una conferenza stampa alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessore al Patrimonio e alle politiche Abitative Tobia Zevi, dell'assessore al Decentramento, partecipazione e servizi al territorio per la città dei 15 minuti, Andrea Catarci, il Forum è stato presentato. Con una data di inizio operativa: il 17 marzo.
"I grandi alleati delle mafie sono la povertà, le disuguaglianze, la cultura patriarcale – continua De Marzo – Queste esistono e pervadono i nostri quartieri a causa della povertà, dei servizi e dei diritti sociali che negli anni sono stati tagliati. Da tempo diciamo al governo che il lavoro, il reddito e la casa sono i pilastri fondamentali per garantire le democrazie". Qual è la ricaduta concreta del Forum? "Semplicemente redistribuiamo ricchezza restituendo il maltolto – spiega De Marzo – Ricordiamo che quello delle mafie è un furto, la confisca del patrimonio mafioso significa restituire ai cittadini ciò che gli è stato rubato. E se questa restituzione parte nei confronti dei cittadini e della realtà sociali impoverite e indebolite, noi facciamo welfare rigenerativo. Pensiamo alle cooperative che lavorano nel sociale, alle persone in emergenza abitativa, alle donne vittime di tratta e di violenza maschile, alle palestre popolari. Se vogliamo accorciare le distanze e rispondere al welfare mafioso, che è una realtà imprenditoriale di successo, dobbiamo soddisfare le esigenze dei cittadini. Se le mafie offrono servizi vuol dire che manca il ruolo dello Stato. Il Forum è fondamentale, ma servono interventi di politiche sociali adeguate".
C'è però un altro tema: quello dei fondi. Perché se i beni vengono confiscati, è anche vero che devono essere mantenuti e restaurati al fine di poterne usufruire. "Se assegniamo un bene e quello non è utilizzabile abbiamo perso – conclude De Marzo – Il Governo ha dato i 235 milioni del Pnnr solo alle regioni del Sud, quando invece il 36% dei beni confiscati si trova al centro nord. Questa realtà stereotipata e ipocrita delle mafie come fenomeno regionale stride con la realtà e con i dati. Continueremo a portare avanti le attività di mutualismo, ma continueremo a pressare le istituzioni sul bilancio e sul Pnnr. Non abbandoneremo i territori".
Sono 88 in tutti a Roma gli spazi confiscati alle mafie. 76 sono stati già assegnati ad associazioni, municipi e dipartimenti che ne hanno fatto richiesta. Per altri 36, è stata inoltrata la domanda. Tra gli scopi del forum, sviluppare proposte e strumenti. "Lo spazio di confronto sarà necessario per individuare, insieme, le priorità della cittadinanza rispetto ai beni confiscati alla criminalità organizzata – ha dichiarato l'assessore Zevi – Con il contributo delle associazioni e di tutti i partecipanti, insieme ad una nuova efficienza nelle procedure di assegnazione, i beni saranno valorizzati e resi simboli di memoria e strumenti di giustizia ed equità sociale. "Abbiamo una grande opportunità – le parole di Gualtieri – per contribuire alla rigenerazione del territorio di Roma. Il nostro metodo sarà quello della progettazione condivisa, per velocizzare il riutilizzo dei beni confiscati e rispondere ai bisogni e alle aspettative dei nostri quartieri".