A piazza Vescovio il “presente” e i saluti romani nell’anniversario della morte di Francesco Cecchin

"Presente!", questo il grido con braccio alzato per il saluto romano oggi in piazza Vescovio in occasione dell'anniversario della morte di Francesco Cecchin, il diciassettenne del Fronte della Gioventù aggredito il 28 maggio 1979 e morto dopo 19 giorni di coma. "Per il camerata Francesco Cecchin", si sente urlare prima del grido unanime del presente e le braccia tese.
L'appuntamento di Gioventù Nazionale
Nella giornata di oggi, a 46 anni esatti dalla morte di Francesco Cecchin, a piazza Vescovio, dove dal 2011, per volere della giunta Alemanno, si trova una stele per commemorarlo, si sono susseguiti diversi eventi. Dal ricordo istituzionale al saluto di Gioventù Nazionale, la giovanile di Meloni, che si è data appuntamento sui social alle ore 18 davanti al muretto dove è stato ritrovato. E ognuno lo ha ricordato a modo suo.
L'omaggio di Gioventù Nazionale a Cecchin
Alle 18, come previsto, un folto gruppo di giovani si è radunato davanti al muretto. Hanno urlato presente, disposti ordinatamente in fila, ma senza saluto romano. Oltre a loro, nel corso della giornata, si sono alternati altri gruppi in occasione dell'anniversari. Fra questi anche uno composto da ex militanti di estrema destra che si sono radunati davanti allo striscione. Uno di loro, posto più avanti, ha chiamato il "camerata Francesco Cecchin", a cui, tutti gli altri, hanno risposto con il braccio teso e il grido del "presente".
Un tradizione, quella del rito del presente e del saluto romano, che si ripete per ogni anniversario della storia dell'estrema destra, primo fra tutti l'appuntamento ad inizio anno di Acca Larentia. Forse anche per questo, in via precauzionale, la via in cui è avvenuta la manifestazione nel pomeriggio è stata chiusa al traffico, la piazza era presidiata dalle forze dell'ordine.