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Giacomo Urtis, re del botox è accusato di aver deformato il viso a una paziente

Rischia di finire a processo per lesioni colpose Giacomo Urtis, il chirurgo dei vip e re del botox. Una paziente lo ha denunciato per un trattamento di filler.
A cura di Alessia Rabbai
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Giacomo Urtis
Giacomo Urtis

Giacomo Urtis, il chirurgo dei vip e soprannominato re del botox, rischia di finire a processo per lesioni colpose. A finire sotto accusa sarebbe un suo intervento eseguito con il filler, che avrebbe provocato la deformazione temporanea del viso di una paziente. Sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura dovrà esprimersi il giudice dell'udienza preliminare, dopo la denuncia della paziente, che si è rivolta alle forze dell'ordine. Come riporta Il Corriere della Sera la donna che si è sottoposta all'intervento con il filler ha spiegato di essere rimasta "deformata al viso con una puntura" e di aver vissuto "un incubo di tre settimane".

Filler che poi a distanza di tempo il corpo ha eliminato e che ha provocato dolore e un evidente gonfiore, ma per fortuna nessun danno permanente. Secondo quanto sostiene l'accusa pare che Urtis abbia iniettato il filler di acido ialuronico in una parte del viso in cui è sconsigliato farlo. Ciò avrebbe portato alla formazione di ‘granulomi da corpo estraneo', ossia lesioni nodulari infiammatorie croniche per la presenza di sostanze estranee nella pelle.

Chi è Giacomo Urtis, il chirurgo dei vip e re del Botox

Giacomo Urtis, quaratacinque anni, nato a Caracas in Venezuela da genitori sardi, si è laureato nel 2002 all'Università di Sassari in Dermatologia e Venereologia. A Milano ha poi conseguito il master in Chirurgia estetica. Volto noto della televisione, è conosciuto anche per il suo inconfondibile stile, che unisce parrucca bionda e tacchi con abiti da uomo. Ha partecipato a diversi reality e il 7 marzo scorso al programma Rai ‘Belve' condotto da Francesca Fagnani. Urtis non è estraneo a vicende del genere. Il chirurgo estetico, è giù finito in passato sotto alla lente d'ingrandimento delle forze dell'ordine, in particolare  nel mirino del nucleo anti sofisticazioni dei carabinieri a Milano.

Per i militari che hanno svolto le indagini svolgeva prelievi e trattamento del sangue prima del reimpianto del cuoio capelluto senza però essere in possesso delle autizzazioni necerrie per effettuare questo tipo di trattamento. Fatti che gli sono stati contestati per i quali è ancora imputato in un processo iniziato nell'ottobre del 2021. La Procura ipotizza che in quel frangente Urtis effettuava trattamenti sul sangue in una clinica privata di Milano senza averne però l'autorizzazione e a scopo di lucro.

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