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10 anni fa l’omicidio a Torpignattara di Zheng e della piccola Joy: la rivolta della comunità cinese

Dieci anni fa venivano uccisi a Roma il 31enne Zhou Zheng e la piccola Joy, di appena nove mesi, in un tentativo di rapina. La comunità cinese, sconvolta per l’accaduto, si impegnò con sit in e manifestazioni, chiedendo alle autorità di assicurare i colpevoli alla giustizia.
A cura di Natascia Grbic
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Erano circa le 22. Zhou Zheng, sua moglie Lia e la piccola Joy di appena nove mesi, stavano rientrando a casa. Con sé avevano l'incasso del bar e del money transfer che gestivano in via Giovannoli, nel quartiere di Tor Pignatatara a Roma. Lia stava inserendo la chiave nella toppa quando sono stati bloccati da due rapinatori armati: volevano i soldi che la coppia aveva con sé. Uno aveva in mano un taglierino, l'altro una pistola. Ne nacque una colluttazione che finì in tragedia: il rapinatore che aveva l'arma ha sparato un colpo contro Zhou Zheng, che teneva il braccio la bambina. Joy è stata colpita dal proiettile in testa. Questo l'ha trapassata e si è poi andato a conficcare nel torace del padre, deceduto sul colpo. La bambina non è morta immediatamente: i soccorritori del 118 hanno fatto di tutto per rianimarla, ma la corsa disperata in ospedale non è bastata. Joy è morta poco dopo. Ferita, ma solo lievemente, la madre, con un colpo di taglierino al braccio. La donna è stata però ricoverata diversi giorni in stato di shock totale.

I giorni successivi, con il funerale di Zhou Zheng e della piccola Joy, sono stati strazianti per Roma e per la comunità cinese, che con forza si è battuta affinché i colpevoli fossero assicurati alla giustizia. Manifestazioni, fiaccolate e sit in sono stati organizzati dai membri della comunità, che si sono stretti introno a Lia, unica sopravvissuta alla tragedia. E la capitale, forse per la prima volta in tanti anni, si è resa conto dell'esistenza di una comunità ormai radicata sul territorio da tanti anni. Anche l'ambasciata cinese a Roma si è mossa, chiedendo alle autorità italiane di trovare al più presto gli assassini.

A commettere la rapina e uccidere Zhou Zheng e Joy sono stati Mohammed Nasiri e Mustafà Betit, due uomini originari del Maghreb che già da tempo terrorizzavano i negozianti di Torpignattara, con rapine notturne. La sera del 4 gennaio però, l'asticella si alzò di molto: i due picchiarono la coppia e spararono quel colpo fatale per la piccola Joy e per il 31enne, caduto immediatamente a terra in una pozza di sangue. Rendendosi conto di ciò che era accaduto, fuggirono immediatamente a bordo di uno scooter. La borsa con i soldi dell'incasso, 16mila euro, fu trovata qualche giorno dopo il duplice omicidio dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e quelli della Sezione Crimini Violenti del Ros, che indagarono sul caso. Il 16 gennaio, il corpo di Mohammed Nasiri è stato trovato in un casolare di via Boccea. L'uomo si era impiccato. Subito gli investigatori si sono messi sulle tracce del complice, Mustafa Betit, che però era riuscito a fuggire all'estero. Prima in Francia, poi in Francia e infine in Nord Africa, dove poi venne arrestato. Nel 2019 è stato condannato a due ergastoli per la morte di Zhou Zheng e Joy.

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