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Posto fisso addio, la spending review massacra i dipendenti pubblici

Dopo la sequela di voci, rumors ed indiscrezioni il Governo fa chiarezza sulla questione “dipendenti pubblici”: no alle ferie forzate, ma addio a posto e stipendio fisso.
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Dall'ultima versione (si spera nemmeno questa definitiva) del decreto sulla spending review, discussa nella tarda serata di ieri dall'esecutivo, arrivano novità sostanziali per quel che riguarda il settore della pubblica amministrazione. Infatti, il Governo conferma la volontà di procedere ad una riorganizzazione delle piante organiche di ministeri ed enti pubblici "non economici", con un taglio del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti. Gli srumenti attraverso cui raggiungere tale obiettivo sono il prepensionamento dei dipendenti anziani (con delega alla legge Fornero, o meglio con la possibilità di andare in pensione per quei dipendenti che avrebbero maturato i requisiti previsti entro la fine del 2014) e meccanismi di mobilità obbligatoria. In questo caso si parla di "avvicinare" la situazione dei dipendenti pubblici a quella dei "dipendenti delle aziende private in stato di crisi". Come racconta il Corriere:

"Qui il colpo è più duro. Prima di tutto perché arriva subito la riduzione dello stipendio, l'80% della busta paga base senza straordinari e indennità. Non l'unica per chi andrà in mobilità visto che dopo due anni potrà arrivare anche il licenziamento. Ipotesi che potrà scattare solo se nel frattempo non avrà trovato un altro posto, è vero. Ma con il dimagrimento imposto al settore e il cattivo andamento generale dell'economia saranno in pochissimi a poter usare questo salvagente".

Magra consolazione la cancellazione della norma che prevedeva ferie forzate nelle settimane di Natale e ferragosto, mentre resta ancora da vedere in che modo i Sindacati di categoria reagiranno a provvedimenti che si annunciano "epocali", sia dal punto di vista "ideologico" che da quello estremamente concreto. Per la prima volta in effetti si immagina di poter scardinare l'intoccabilità dei dipendenti della pubblica amministrazione (con una buona dose di retorica e contando sull'effetto – spot che di solito tali annunci hanno sull'opinione pubblica). Una scelta che non resterà senza conseguenze, anche considerando che, come mostra una bella infografica de linkiesta, i dati già evidenziano una diminuzione dei dipendenti della pubblica amministrazione e, come ricordavamo, "certamente non concorrono a quel miglioramento degli standard di efficienza che si chiede alla pubblica amministrazione".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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