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Polverini: “Ecco perché non mi dimetto”

Dopo aver partecipato alla puntata di Piazzapulita, la Polverini scrive al direttore de Il Tempo e spiega le ragioni per le quali non si dimetterà dalla carica di Governatore della Regione Lazio.
A cura di Redazione
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Polverini-dimissioni

Dopo il serrato botta e risposta di ieri sera con Corrado Formigli, arriva un'ulteriore conferma della volontà di Renata Polverini di continuare a guidare la Regione Lazio. Malgrado continuino ad emergere particolari intorno allo scandalo che ha travolto parte del Popolo della Libertà del Lazio e nonostante le dichiarazioni accusatorie di Franco Fiorito (durante la trasmissione Porta a Porta), l'ex leader dell'UGL ha deciso di non dimettersi e andare avanti per la sua strada. Lo scrive anche in una lettera indirizzata al direttore del Il Tempo Mario Sechi: una risposta decisa, con una netta presa di posizione sulla questione Fiorito:

[…] Mi auguro che i magistrati accertino velocemente i fatti, senza indulgenza alcuna. Lo desidero, prima di tutto come privata cittadina. E naturalmente come Presidente della Regione Lazio. Sul piano politico è intollerabile e indecente quanto accaduto e quanto abbiamo appreso via via dagli organi d’informazione. […] Le dimissioni? Se il Consiglio regionale non adotterà le misure che abbiamo approntato, che porteranno il Lazio ad essere tra le regioni più virtuose d'Italia, recuperando quel pensiero alto che dovrebbe ispirare la politica, allora non ha senso che l’Assemblea regionale resti in carica. Poiché ho il potere di staccare la spina non aspetterò un minuto se non saranno varate le misure che abbiamo messo in campo. […] Come vedi non c’è stato nessun balletto delle dimissioni e non c’è nessuna trattativa. Le voci che si sono accavallate, le dimissioni annunciate o ritirate, gli incontri segreti, sono notizie fasulle come patacche. Nei giorni scorsi, a un certo punto è girata la voce che sarebbe stata convocata addirittura una conferenza stampa dove avrei annunciato le mie dimissioni. Anche questo fa parte dell’avanspettacolo. […] Se tutti sono uguali, allora nessuno è colpevole. E io non ci sto a questo piano inclinato, a questo declino culturale e morale. Soltanto la consapevolezza e la conoscenza dei fatti può aiutarci a comprendere e a scegliere da che parte stare. Conoscendoti so che è anche il tuo pensiero. È questa la sfida che abbiamo davanti. Ed è questa la sfida che possiamo e dobbiamo vincere.

A stretto giro di boa anche la risposta di Mario Sechi, che ha provato ad approfondire alcuni temi centrali che risultano essenziali per comprendere in pieno la portata della "vicenda Fiorito":

la democrazia nei partiti italiani, la selezione della classe dirigente, le libere scelte degli elettori e il finanziamento della politica. […] Abbiamo assistito a un deterioramento inarrestabile delle istituzioni e alla liquefazione dei partiti come strumento di mediazione tra il corpo elettorale e le istituzioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e non mi riferisco solo alle ruberie grandi e piccole. I ladri di polli da soli non bastano a minare la democrazia. […] La crisi del Pdl viene da lontano. Ma principalmente è causata dall’incapacità di immaginare una transizione dal partito carismatico di Berlusconi a un movimento aperto che crei le condizioni per la successione. […] Si sente da lontano il ruggito di un’onda che travolgerà tutto, anche la buona politica. Uno tsunami di cui nessuno in realtà si preoccupa, perché ciò che conta è salvare il posto e far finta di stare nel bunker e aspettare che il bombardamento finisca. Peccato che il nemico sia interno. Non ci sono truppe da combattere là fuori. Tutto si svolge dentro le mura del Castello dove hanno alzato il ponte levatoio per impedire a chiunque abbia una buona idea di entrare. Cara Renata, apprezzo la tua combattività ma, in queste condizioni, è una storia Giunta a termine.

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