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Fiorito accusa, la Polverini trema: “C’era un accordo e lei lo sapeva”

“C’era un accordo di ripartizione dei fondi tra tutti i gruppi del consiglio regionale”. Così l’ex capogruppo e tesoriere del Pdl laziale ha respinto le accuse, durante l’interrogatorio di ieri da parte dei pm di Roma.
A cura di Biagio Chiariello
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Fiorito accusa, la Polverini trema: "C'era un accordo sui fondi e lei lo sapeva"

Franco Fiorito lo aveva fatto capire sin da subito che la linea difensiva intrapresa per respingere le accuse della Procura di Roma sulla gestione "pazza" dei fondi del gruppo Pdl alla Regione Lazio sarebbe stato quella di coinvolgere gli altri consiglieri piediellini. Da Giancarlo Miele, golosissimo di ostriche e Andrea Bernaudo, vicepresidente della commissione bilancio, amante dello champagne – a detta dello stesso Er Batman (per gli amici "Er Federale de Anagni") – passando per Franco Battistoni (il suo grande accusatore, dimessosi in giornata) e Carlo De Romanis (quello del toga party),Veronica Cappellaro, Andrea Bernaudo Chiara Colosimo e Lidia Nobili. Fino ad arrivare a Renata Polverini.

«La presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere, poichè si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto, dell'accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall'ufficio di presidenza» è un estratto dell'interrogatorio di ieri dell'ex capogruppo e tesoriere del PdL laziale di fronte ai pm di Roma. Il riferimento è ai soldi pubblici che secondo Fiorito e il suo legale Taormina erano previsti dal regolamento e dalle cariche che svolgevo i consiglieri; in particolare questo presunto accordo prevedeva l'assegnazione di 100 mila euro l'anno a ciascun consigliere per finalità politiche, mentre tale assegnazione all'interno del Pdl raddoppiava o triplicava a seconda degli incarichi ricoperti. La posizione della Governatrice si fa davvero calda.

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